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I sindaci di Milano e Torino contro l’odio in rete

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L’odio online ha  sempre un nome e un cognome. Galeazzo Bignami e Marco Lisei, ad esempio, sono due esponenti di Fratelli d’Italia che lo scorso 1 novembre hanno condiviso sui loro profili social un video, poi rimosso, in cui mostrano le abitazioni dei cittadini stranieri di un quartiere di Bologna. La signora Elvira Zanosso è invece indagata dalla procura di Palermo per gli insulti su Facebook diretti al capo dello Stato Sergio Mattarella.

La violenza della comunicazione online è una diretta conseguenza del degrado del dibattito pubblico che investe tutti gli ambiti della società, dalla politica al giornalismo.

È in questo clima che stamattina, 11 novembre, la sindaca di Torino Chiara Appendino e il sindaco di Milano Beppe Sala hanno firmato il Manifesto della comunicazione non ostile, nella sala delle colonne di Palazzo civico insieme a Rosy Russo, ideatrice e fondatrice di Parole O_stili. L’associazione, nata a Trieste nel 2016, ha fatto della responsabilizzazione e dell’educazione degli utenti della Rete la sua missione. Insieme alla firma è stato lanciato sui social anche l’hashtag #StileComune, diventato in poche ore trending topic su Twitter.

“Il sostegno delle istituzioni che ogni giorno lavorano per difendere gli interessi dei cittadini è imprescindibile per combattere la violenza verbale sulla rete – ha affermato Rosy Russo – Qualsiasi confronto deve basarsi sulla forza delle idee e non sulla violenza degli insulti e l’inganno delle notizie false. Ecco perché la firma congiunta di due sindaci che guidano due città così importanti è un passo fondamentale per il percorso e gli obiettivi di Parole O_stili”.

Sono già molti i politici e le istituzioni che hanno sottoscritto i 10 principi del Manifesto. È un segnale importante, ma per arginare i fenomeni di odio e violenza sul web è necessaria una maggiore consapevolezza del ruolo che hanno i social, a partire dalla politica come ha sottolineato Beppe Sala: “È un peso dover fare comunicazione politica in modo violento, con toni sempre elevati per dover rincorrere il consenso. Nella politica non c’è garbo e non c’è motivo per cui questa situazione debba esistere. Occorre una presa di posizione chiara”.   

Preoccupazione condivisa anche da Chiara Appendino: “La firma di questo accordo è un impegno non solo personale. I sindaci hanno il dovere di diffondere la sensibilità verso le parole nella comunità. Bisogna diffondere l’idea che virtuale è reale”.

FRANCESCA SORRENTINO