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I libri da leggere nei giorni della quarantena

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Tra le domande ricorrenti della quarantena c’è: cosa facciamo nel tempo che dobbiamo passare a casa? Dopo l’ennesimo scroll di Facebook o il terzo film del giorno, magari tra quelli che trovate qui, vi possono venire in soccorso i libri. I comodini degli italiani sono pieni di quei libri che “prima o poi leggerò”. Questa è l’occasione giusta.

Alcune case editrici hanno già reso disponibili gratuitamente sulle varie piattaforme una selezione di loro titoli. Adelphi ad esempio ha scelto“In cerca di guai” di Mark Twain, “per esplorare il Far West senza muovervi da casa, visti i tempi difficili”

Per chi preferisce ascoltare le storie, su RaiPlayRadio invece sono disponibili tutti i romanzi che in questi anni sono stati letti nella trasmissione Ad Alta Voce di Radio 3.

Da giovedì 12 marzo anche le Biblioteche Civiche di Torino hanno lanciato una loro iniziativa. È aperto il prestito di e-book anche ai non iscritti ai servizi della rete bibliotecaria torinese. Ogni utente che si pre-registra potrà scaricare fino a tre libri da leggere su computer, tablet o smartphone. La scelta molto ampia, con un catalogo di oltre 18.000 libri, più di 1000 audiolibri da ascoltare in streaming, giornali e riviste e oltre 120.000 dischi.

Se avete voglia di leggere altro, ecco alcuni consigli.

Il primo libro che può venire in mente, per l’analogia della situazione, è il Decamerone di Boccaccio, le 100 novelle più famose della letteratura italiana, ma potrebbe essere un consiglio un po’ scontato e poi nei giorni scorsi su Facebook c’è anche chi l’ha letto tutto, una novella all’ora per 10 giorni, proprio come faceva la “brigata” di uomini e donne rifugiata nella villa fuori Firenze durante la peste del 1348.

Ma questo non è l’unico libro che parla di un’epidemia. L’uomo le ha sempre raccontate, cercando di esorcizzarne la paura attraverso le storie. Già nell’Iliade Omero narra della pestilenza mandata da Apollo, offeso da come Agamennone ha maltrattato un suo sacerdote e Manzoni nei Promessi Sposi dedica alcuni dei più importanti capitoli del libro alla peste che ha colpito Milano nel 1630.

L’Ombra dello Scorpione, Stephen King, Bompiani

C’è però uno scrittore che ha dedicato ad un’epidemia un libro intero, il quarto della sua carriera. Si tratta di Stephen King, il “re del Brivido”, brivido che ne L’Ombra dello Scorpione (1978) si materializzava in un virus liberato per sbaglio da un laboratorio segreto americano.

“Capitan Trips”, questo il nome della malattia, è una mutazione letale dell’influenza con un tasso di infettività del 99,4% e di mortalità per gli infetti del 100%. Ma questo è solo l’inizio della storia, che magistralmente architettata da King, cambia genere più volte e passa dal thriller all’horror al post-apocalittico al fantasy. I sopravvissuti infatti saranno chiamati da due misteriosi personaggi attraverso una serie di visioni per combattere l’ultima battaglia dell’umanità dalla parte del bene o del male. L’Ombra dello Scorpione è il romanzo ideale per chi vuole addentrarsi nella poetica e nel mondo kinghiani, perché è l’inizio del suo universo letterario e contiene legami con alcune delle sue opere più famose, da IT alla Torre Nera, di cui è di fatto un prequel e con cui condivide addirittura l’antagonista, Randall Flagg.

In questi giorni il romanzo di King, com’era prevedibile, è tornato alla ribalta e molti hanno paragonato il coronavirus al Capitan Trips. Per questo è dovuto intervenire l’autore e ribadire che si tratta solo di un’invenzione.

Il sonno del mattino, Robert Harris, Mondadori

In tema post-apocalittico c’è anche un libro uscito alcuni mesi fa, Il sonno del mattino di Robert Harris, che fa i conti con il senso di immortalità che permea la nostra società. L’autore si chiede cosa potrebbe restare di noi e della nostra civiltà tecnologica e come cambierebbe il mondo dopo un cataclisma.

Il libro racconta di un prete inglese che, 1468 anni dopo una misteriosa catastrofe che ha colpito la nostra civiltà, si trova ad indagare sulla morte di un suo collega in un piccolo paesino di una remota vallata. Presto scoprirà che il morto collezionava reperti tecnologici della nostra epoca, come una strana tavoletta rettangolare con una mela sopra, e stava indagando su quello che molti secoli prima era successo al nostro mondo.

 

 

La Quinta Stagione, N. K. Jemisin, Mondadori

Ci sono mondi per cui le crisi sconvolgenti e i cambiamenti climatici sono all’ordine del giorno. Uno di questi è l’Immoto, il continente su cui è ambientato La Quinta Stagione di N.K. Jemisin, primo di tre libri che hanno vinto, per tre anni consecutivi, il premio Hugo, il più prestigioso riconoscimento per le opere di fantascienza e fantasy.

Il romanzo racconta la vicenda di tre donne che possono provocare, prevenire e controllare i movimenti tellurici e per questo vengono addestrate, come tutti coloro che possiedono lo stesso potere, a governarli. Un giorno però il più grande di tutti i terremoti, la Quinta Stagione, si abbatte sul continente e il loro destino sarà importante per tutto l’Immoto. A metà tra fantasy e fantascienza, il romanzo è una grande riflessione sui danni che l’uomo crea al clima, sul razzismo e sulla misoginia.

 

 

Parti in fretta e non tornare, Fred Vargas, Einaudi 2004

Se invece vi sembra di stare in un remake della Peste Nera, sappiate che a pensarne uno ci aveva provato qualche anno fa Fred Vargas, la celebre giallista francese e creatrice del commissario Adamsberg, che nel 2001 fece imbattere il suo personaggio nel caso di un omicidio per peste.

In Parti in fretta e non tornare, il commissario si troverà ad indagare insieme ai cosiddetti Tre Evangelisti, studiosi di medievistica e protagonisti di altri romanzi di Vargas, tra marinai bretoni che si reinventano banditori di strada, untori, messaggi sul ritorno della peste e psicosi connesse.

Le indagini di Adamsberg sono sempre contornate da personaggi strampalati e un po’ assurde, soprattutto per il metodo utilizzato dal commissario: non è il classico investigatore analitico à la Poirot e non riesce a sostenere un lungo ragionamento, ma più come Maigret ottiene risultati eccezionali grazie al suo intuito e alla capacità di immedesimarsi nelle altre persone. Spesso sembra brancolare nel buio e gli interessa di più il suo rapporto con la sua amata, Camille, ma alla fine viene folgorato dalla soluzione.

 

Il romanzo di Costantinopoli, Silvia Ronchey e Tommaso Braccini, Einaudi

Purtroppo, fino al 3 aprile non si potrà viaggiare. Per fortuna esistono libri che sono vere e proprie guide turistiche e biografie di città, come il romanzo Sarum di Edward Rutherfurd, che racconta attraverso alcune famiglie la storia di Salisbury e della piana di Stonehenge, o il saggio Gerusalemme di Simon Sebag Montefiore. C’è però un libro che riesce a mettere insieme le esigenze storico e quelle letterarie per raccontare una grande città. È Il romanzo di Costantinopoli di Silvia Ronchey e Tommaso Braccini.

I due studiosi di filologia classica e bizantinistica hanno raccolto le voci di 150 tra poeti, autori, storici, cronachisti, filosofi, eruditi ed esploratori che dal 400 ad oggi hanno visitato o raccontato Costantinopoli, la Polis, più ricca della stessa Roma e capitale di due imperi, quello bizantino e quello ottomano, per 15 secoli. Sembrerà di vivere le vicende della città, dai fasti dei palazzi imperiali e delle reliquie della cristianità, al sacco di Costantinopoli da parte dei crociati nel 1204, alla conquista turca.

 

Reincarnation Blues, Micheal Poore, Edizioni e/o

Chi vuole invece viaggiare tra le vite può leggere Reincarnation Blues di Micheal Poore che racconta di quest’anima, Milo, che ha già vissuto 9.995 vite, rifiutando di raggiungere il nirvana, anche se le autorità dell’aldilà glielo stanno consigliando da centinaia di vite. Milo però preferisce vivere e gli piacciono soprattutto le pause tra un’esistenza e l’altra, perché lì può incontrare Suzie, una delle personificazioni della Morte, di cui è innamorato.

Il problema è che alla morte numero 10.000 Milo verrà cancellato per sempre, perché “la tua anima può essere cancellata come una serie tv di scarsi successo”, come dice il titolo del quinto capitolo. L’unica soluzione è arrivare al nirvana prima che sia troppo tardi. Poore ci racconta le ultime cinque vite dell’anima per raggiungere il nirvana tra passato, futuro, fantascienza e filosofia orientale, e ci svela anche alcune delle altre, come quando Milo si incarnò in un albero e visse per centinaia di anni o quando divenne un grillo nella Cina del 1903.

Poi ovviamente ci sono tutti quei grandi classici russi, Tolstoj e Dostoeskwij, che spesso si millanta di aver letto, o un gigantesco Proust con il quale magari potremmo andare alla ricerca del nostro tempo perduto.

 

JACOPO TOMATIS

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