Specializzandi e specializzande per l’insegnamento di sostegno iscritte all’Università di Torino denunciano l’avvio dei percorsi Indire, considerati una scorciatoia. Per diventare insegnante di sostegno l’Università di Torino offre infatti i Tfa (tirocini formativi attivi), un percorso di specializzazione per le attività di sostegno di almeno 8 mesi, superato con il conseguimento di 60 crediti formativi universitari (cfu) fra insegnamenti, attività laboratoriali e tirocinio. L’equiparare tfa e la nuova proposta Indire fa indignare chi sta già intraprendendo il percorso universitario.
Dario Ianes, docente ordinario di Pedagogia e didattica dell’inclusione all’università di Bolzano, aveva già sollevato due problemi, spiegando a Scuola Informa a ottobre: “La prima sberla è quella data alle università, dicendo che la specializzazione ristretta a 30 cfu – la metà rispetto ai corsi ordinari – la potrà fare l’Indire, online, e potrà beneficiarne chi ha tre anni di servizio. Chi poi ha fatto la specializzazione sull’inclusione all’estero potrà far riconoscere questo titolo con un analogo corso ristretto. La seconda sberla, il governo l’ha data alle decine di migliaia di insegnanti che, dopo aver superato prove di ammissione e pagato laute tasse, si ritrovano in un corso lungo il doppio dei colleghi del percorso ristretto”.
Un secondo tema di cui studentesse e studenti dei Tfa torinesi si fanno portavoce è la proroga, a gennaio 2027, di una parte della legge 227/2021 sull’avvio dei progetti per una vita indipendente delle persone con disabilità. Persone (Coordinamento nazionale contro la discriminazione delle persone con disabilità), Movimento antiabilista e Unasam (Unione nazionale delle associazioni per la salute mentale) hanno lanciato un appello congiunto per i rallentamenti nell’approvazione. La legge del 2021 proponeva una riforma radicale dei servizi per la disabilità e della loro organizzazione, con fondi indirizzati a progetti di vita personalizzati e partecipati, di cui sia titolare la stessa persona con disabilità, che potrà disporre di un budget di progetto da impiegare.
Al centro delle contestazioni degli specializzandi anche il decreto ministeriale che permette alle famiglie di scegliere il o la docente di sostegno per i propri figli e le proprie figlie. Per il il segretario generale Uil Scuole Giuseppe D’Aprile la proposta non prende in considerazione le graduatorie, titoli e servizi: “Si tratta di una misura lesiva non solo per il personale, perché non si garantisce il diritto di graduatoria, ma soprattutto per gli alunni con disabilità che potrebbero avere per il secondo anno consecutivo insegnanti non specializzati. È incostituzionale e dequalifica la formazione”.