Legare a doppio filo i bisogni con gli aiuti, le esigenze con le risposte fornite da chi sceglie, in modo diverso ma allo stesso modo efficace, di stare in prima linea in una guerra che rischia di divorare facce e nomi apparentemente senza storia.
Sei enti non profit torinesi – 1 Caffè Onlus, Banco Farmaceutico Torino Odv, I Falchi di Daffi, Missionland, Rainbow for Africa (che ha già condotto una missione nel campo profughi di Siret ed è in partenza per Palanca, a 60 km da Odessa) e Sermig – Arsenale della Pace (il cui primo convoglio è partito oggi in direzione Leopoli) – hanno scelto di sfruttare le proprie competenze ed esperienze per organizzare e sostenere l’operazione umanitaria “Hope – Together for Peace” in favore dei profughi ucraini. Lo stato di emergenza non riguarda soltanto la popolazione, sconvolta dalle bombe russe da nord a sud del Paese, ma il rischio concreto è che assuma dimensioni globali dal punto di vista economico e sociale: già oggi, infatti, il numero di profughi tocca quota cinque milioni.
Le realtà cittadine, diverse per modalità di azione ma accomunate dalla volontà di dare un sostegno concreto a chi in questo momento vive la guerra sulla propria pelle, si sono attivate per raccogliere e acquistare beni e servizi di prima necessità da inviare in un centro d’accoglienza al confine tra Ucraina e Romania, ma non solo. Il progetto riguarda anche la raccolta e l’acquisto di medicinali e attrezzature da utilizzare nelle operazioni chirurgiche, il trasferimento del personale medico e volontario al confine dell’area del conflitto e la creazione di un’unità ospedaliera mobile. L’obiettivo è fornire accoglienza e assistenza sanitaria ai profughi ucraini.
“Ogni ente non profit secondo le proprie competenze, ogni singola persona secondo le proprie disponibilità – sottolineano i promotori del progetto -. Siamo realtà che operano da sempre al servizio dei più bisognosi. Vogliamo fare lo stesso per il popolo ucraino: il nostro obiettivo è raggiungere quelle aree considerate più disagiate ancora prima dell’inizio del conflitto, dove l’impatto della guerra si farà sentire in maniera più aggressiva e con carenza di risorse umanitarie”.
La rete creata tra le diverse associazioni non profit porterà a un intervento mirato, incisivo e sicuro: grazie agli operatori di fiducia presenti nelle zone colpite dal conflitto russo-ucraino, sarà possibile avere riscontri accurati, attendibili e aggiornati sulle necessità da soddisfare e i vuoti da colmare. I fondi raccolti saranno destinati all’acquisto di beni e servizi che difficilmente arriverebbero da donazioni. Tantissimo materiale è già stato donato (l’elenco di ciò che serve, in continuo aggiornamento, è consultabile al sito www.sermig.org/ucraina), e in questa fase serve soprattutto un sostegno economico per realizzare i trasporti, anche a causa dell’aumento del costo del carburante.
Ecco le iniziative degli enti no profit:
1 Caffè Onlus ha attivato una raccolta fondi dedicata sulla propria piattaforma di crowdfunding, grazie al supporto tecnico di MyDonor: le donazioni saranno distribuite agli altri enti non profit della tavola rotonda a seconda delle esigenze che emergeranno. Inoltre, la volontà è quella di coinvolgere i partner, le aziende del territorio e le oltre 800 associazioni sostenute in oltre 10 anni di attività a intervenire in base alle loro disponibilità: beni, servizi, volontariato, passaparola.
Acquisto di farmaci, materiale per medicazione e strumentazione chirurgica secondo le indicazioni di Rainbow for Africa e di Sermig: è l’obiettivo della raccolta fondi del Banco Farmaceutico Torino Odv che da tempo collabora con queste due realtà.
I Falchi di Daffi mette a disposizione, per la logistica in Torino, 4 automezzi cabinati da 5 a 8 posti. Inoltre, per interventi di emergenza sanitaria, l’operazione potrà contare su un aereo bimotore per il trasporto di beni e personale sanitari. L’associazione si pone anche come punto di riferimento per l’acquisto, la gestione, la logistica e la distribuzione presso i magazzini di Torino di beni di prima necessità agli altri enti.
Rainbow for Africa e Missionland si uniscono per fronteggiare il disastro umanitario causato dal conflitto: l’esodo di oltre 5 milioni di profughi. Missionland metterà a disposizione dei mezzi guidati dall’Associazione Capitano Ultimo: a bordo, il personale medico di Rainbow for Africa per il soccorso e la cura. Dopo una prima missione a Siret, il prossimo passo sarà partire con una colonna mobile formata da un pullman ospedale (sala operatoria + 8 posti letto), ambulanze e mezzi di trasporto per allestire un ospedale da campo e rispondere ai bisogni della popolazione.
Materiale sanitario, alimenti a lunga conservazione, beni per l’igiene e la cura della persona: il Sermig – Arsenale della Pace è attivo sia come punto di raccolta sia attraverso donazioni economiche. Nei centri con cui collabora a Baia Mare, in Romania, sostiene sia i profughi in arrivo nei loro territori, sia portando aiuti direttamente in Ucraina. A Torino sono già attivi per l’accoglienza a favore delle prime mamme con bambini arrivate in città.