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Hind Lafram, la stilista (quasi) italiana per donne musulmane

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Abiti italiani per donne con il velo. Questo è l’obiettivo di Hind Lafram, la venticinquenne che a Torino ha creato la prima linea di abbigliamento che unisce le esigenze delle giovani musulmane al gusto made in Italy. La passione per la moda l’ha avuta fin da piccola quando disegnava i vestiti per le bambole, ma è stato a 14 anni che ha capito che quell’interesse sarebbe diventato molto più che un semplice passatempo. «Quando ho deciso di indossare il velo, tra la terza media e il primo superiore – racconta – avevo difficoltà a vestirmi bene e a coprirmi allo stesso tempo. Così mi sono accorta che quello che credevo fosse un problema solo mio, era in realtà un problema per tante ragazze musulmane in Italia». Quello che sa l’ha imparato tra le lezioni all’istituto di moda e gli insegnamenti di sua mamma che le ha trasmesso le tecniche della sartoria marocchina. Anche Hind è marocchina, è nata a Casablanca e si è trasferita in Italia a cinque anni. Da allora vive a Torino, la città in cui ha studiato e ha scelto come casa per la sua nuova famiglia. Eppure la cittadinanza italiana non ce l’ha ancora. «I miei genitori l’avevano richiesta quando avevo circa 14 anni ma è arrivata quando sono diventata maggiorenne così non l’ho potuta ereditare e sono rimasta esclusa», spiega. Oggi il modo più semplice per prenderla sarebbe attraverso suo marito italo marocchino, ma questa condizione la infastidisce: «È come dire che lui ha più diritto di essere cittadino italiano, quando invece è arrivato dopo di me, semplicemente i suoi genitori hanno preso la cittadinanza prima che fosse maggiorenne». È cittadina marocchina nonostante il marocchino non lo sappia parlare correttamente, nonostante in Marocco non abbia intenzione di trasferirsi e anzi, confessa di voler mantenere il suo marchio made in Italy anche qualora dovesse trasferirsi all’estero per ampliare le sue prospettive imprenditoriali. I suoi vestiti sono un tentativo di abbattere i muri del pregiudizio da parte di chi l’ha vissuto e subito in prima persona: «Mentirei se dicessi che non sono mai stata discriminata. Ci si sente giudicati anche dagli sguardi. A volte mi è capitato che qualcuno mi fermasse per strada per dirmi “Togliti il velo, qui siamo in Italia”. Mia sorella è stata aggredita nel bus e le hanno strappato l’hijab di dosso». I suoi abiti colorati allora sono creati per far sentire le donne musulmane a proprio agio in ogni momento della vita, anche quando praticano sport. E in Italia resta un punto di riferimento nel mondo della moda coperta, il modest fashion. Così Hind con i suoi abiti prova a sconfiggere l’ignoranza con la bellezza.

ROBERTA LANCELLOTTI