Continuano le indagini della polizia e degli ispettori del servizio di sicurezza sul lavoro sull’incidente che, sabato mattina, ha causato il crollo di una delle due gru situate in un cantiere edile di Torino, provocando la morte di tre operai e il ferimento di alcuni passanti. Intanto la Procura di Torino ha aperto un fascicolo contro ignoti, nel quale l’ipotesi di reato è quella omicidio colposo plurimo.
La caduta è avvenuta intorno alle 10 del mattino in via Genova all’altezza del civico 107, nel quartiere Nizza Mirafiori. Ad essere coinvolto è il cantiere che operava a ridosso di un edificio di sette piani, alto circa 30 metri. Secondo le ricostruzioni fatte sino ad ora, la gru che ha ceduto stava ultimando le operazioni fissaggio del braccio meccanico di 70 metri della struttura che avrebbe dovuto muoversi a circa 40 metri di altezza. Roberto Peretto, 52 anni di Cassano d’Adda, Marco Pozzetti, 54 anni di Carugate e Filippo Falotico, 20 anni di Coazze in provincia di Torino, erano i tre operai che stavano lavorando al montaggio del pezzo. Insieme a loro anche un quarto operaio, trasportato in ospedale e ricoverato in codice giallo. Alle operazioni si era aggiunta anche un’autogru dotata di braccio telescopico, manovrata da Mirzad Svarka, 39 anni, residente nel torinese. Collegato al telefono, riceveva le istruzioni dai tre operai. I loro telefoni sono stati sequestrati per essere analizzati.
Cedimento o errore umano: le ipotesi al vaglio
Sono al vaglio diverse ipotesi circa la dinamica dell’incidente. Dai primi accertamenti si era diffusa la teoria secondo cui fosse un cedimento strutturale avvenuto alla base della gru la causa della caduta della piattaforma sulla quale lavoravano gli operai, e del braccio che li ha schiacciati nell’impatto a terra. Ieri Repubblica imputava il cedimento a due possibili cause: il suolo fragile o un errore di manovra. Secondo quanto espresso inizialmente dal comandante provinciale dei vigili del fuoco Agatino Carrolo, sarebbe stato “Un indebolimento nella base portante della gru l’origine della caduta”. Diverso invece il parere del personale edile, per il quale ci sarebbe un collasso del manto stradale – dovuto al sottosuolo poroso e cavo di Torino – all’origine della tragedia.
Nonostante queste prime teorie, non è possibile escludere l’errore umano, ipotesi che questa mattina sembra essere divenuta la più accreditata. E’ bene specificare che, allo stato attuale, si escludono negligenze di gestione o incompetenze di impiego dei manovratori impiegati: tutti erano professionisti formati al montaggio del mezzo e in regola sia con i dispositivi di sicurezza. In un aggiornamento pubblicato questa mattina, La Stampa scrive che, al momento del crollo, “Peretto e Pozzetti si trovavano nella torre della gru edile, mentre Falotico era all’interno dell’intelaiatura del braccio carroponte”. Il quotidiano ha inoltr riportato che “I perni che ancorano il basamento della gru edile in genere si spezzano, non si piegano”. Un particolare che escluderebbe il cedimento del suolo.
La linea dell’errore umano implicherebbe dunque l’ipotesi di una manovra sbagliata responsabile dell’accaduto, che resta comunque tutta da dimostrare. L’incidente ha causato danni anche nelle immediate circostanze del cantiere: una parte della gru ha impattato contro il balcone di un palazzo, mentre altre parti si sono schiantate al suolo. Un troncone è finito sopra un’automobile che stava passando, ferendo il conducente. Una passante invece è ricoverata per trauma cranico dopo essere stata colpita dal cemento schizzato dall’edificio.
Il pm della Procura Nicola Giorno ha affidato al professor Giorgio Chiandussi del Politecnico di Torino la consulenza tecnica. Tutta la zona coinvolta resta sotto sequestro giudiziario.