La testata del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino

La guida per giornalisti per riconoscere il greenwashing

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“Tutto è iniziato anni fa quando sugli scaffali del supermercato sono apparsi prodotti con scritto a impatto zero“. Secondo Sören Amelang, corrispondente della piattaforma giornalistica no profit Clean energy wire, è da quel momento che si parla di greenwashing, perché le aziende che hanno promosso politiche green a zero emissioni si sono moltiplicate.

“Non è facile distinguere se sono azioni vere o se si tratta di greenwashing perché è un tema complicato, con molte insidie”, spiega Sybrig Smit, climate analyst del Newclimate institute, specializzata nel monitoraggio dell’azione e delle politiche per il clima. Partendo da questi presupposti, Clean Energy wire e Newclimate institute hanno collaborato alla realizzazione di una guida in sette fasi per aiutare i giornalisti a capire se davvero un’impresa si sta muovendo verso un obiettivo zero emissioni, o se si tratta solo di una questione di marketing.

La prima domanda che un giornalista deve porsi è se l’azienda pubblica dati completi sulle sue emissioni. La pubblicazione di informazioni che riguardano le emissioni di gas a effetto serra – sia dirette che indirette -, infatti, è il punto di partenza per progettare il cambiamento. È poi fondamentale, secondo Smit, che il calcolo delle emissioni riguardi anche quelle che si generano durante la catena di produzione e l’uso finale di prodotti e servizi. La terza domanda riguarda la pianificazione delle emissioni. “Bisogna chiedersi se l’azienda sta facendo affidamento sulla compensazione. Dovrebbe agire in base alle proprie emissioni e non lasciare agli altri il compito di compensarle”.

Nel percorso entra in gioco anche la tempistica. “Non devono essere solo visioni a lungo termine, devono dimostrare di aver iniziato fin da subito”. Per questo motivo è bene indagare se esistono obiettivi provvisori che dimostrano che intende intervenire in modo rapido. L’obiettivo di riferimento è l’accordo sul clima di Parigi e, in base a questo, i giornalisti devono valutare se l’azienda ha dimostrato in modo trasparente e verificabile se e perché gli obiettivi posti sono in linea con gli accordi. Bisogna poi indagare l’eventuale esistenza di un piano per uscire dalla dipendenza da petrolio, carbone e gas. Le imprese, infatti, se si stanno muovendo nella direzione giusta, dovrebbero avere un piano che prevede l’eliminazione dei combustibili fossili. In ultimo luogo, importante è anche il ruolo delle energie rinnovabili. “È un fattore fondamentale – conclude la climate analyst – perché se si sta facendo un percorso di cambiamento si sarà sicuramente previsto di implementare le energie rinnovabili”.