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Gli studenti chiedono al Politecnico la sospensione delle lezioni per le elezioni politiche

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Sospendere le lezioni del Politecnico di Torino per il lunedì successivo alle elezioni nazionali, il 5 marzo. La proposta degli studenti, promossa dal collettivo AlterPolis, torna a far discutere su un tema dibattuto anche in passato e che si ripresenta a ogni tornata elettorale: quello degli studenti fuori sede che devono tornare a casa a votare.

“Non si tratta solo di una questione di tempistiche. Abbiamo lanciato questa proposta perché è utile ma denunciamo, più in generale, la difficoltà di chi studia lontano da casa e deve tornare per votare. Il problema più grosso resta il costo: ci sono gli sconti ma per chi si muove verso la Puglia o la Sicilia, casi abbastanza frequenti al Polito, è comunque una grande spesa. Così le persone non vanno a votare e si perde un diritto democratico” spiega Marco Rondina, rappresentante degli studenti che siede in Consiglio di amministrazione.

Qualche anno fa la polemica era esplosa anche a livello internazionale, per gli studenti Erasmus. Lo scorso anno era stata lanciata la proposta “Io voto fuori sede” per proporre una modifica legislativa, mai andata in porto. Oggi è, paradossalmente, molto più semplice votare dall’estero che da una città italiana diversa dalla propria. La richiesta degli studenti è stata inoltrata direttamente al rettore “ma per ora non abbiamo ricevuto nessuna risposta” spiega ancora Rondina. Proprio oggi, 31 gennaio, al Politecnico si tiene il primo turno per le elezioni del nuovo rettore, che resta però ufficialmente in carica fino all’insediamento del nuovo responsabile. La speranza è di ricevere una risposta nelle prossime settimane.

“L’iniziativa di sospendere le lezioni è già stata approvata da altri Atenei italiani – racconta Rondino – speriamo vada in porto. Almeno è un primo passo”. La denuncia parte infatti da Link, coordinamento universitario di studenti a livello nazionale, il cui coordinatore Andrea Torti ha dichiarato: “Troviamo inaccettabile che più di 400.000 studenti e studentesse fuori sede siano costretti a pagare prezzi esorbitanti per i biglietti di aerei, treni e traghetti per esercitare il proprio diritto di voto”.

Per quanto riguarda i costi, Trenitalia ha pubblicato due giorni fa gli sconti proposti agli studenti fuori sede. I residenti in Italia possono ottenere, esclusivamente per viaggi di andata e ritorno in seconda classe per tutti i treni regionali e nella classe Standard dei Frecciarossa, il 70% di sconto del prezzo Base per i treni a media-lunga percorrenza nazionale (Frecciarossa, Frecciargento, Frecciabianca, Intercity e IntercityNotte) e servizio cuccette e del 60% sui regionali. Alitalia non ha ancora reso noti gli sconti.

“Si tratta di una questione che ha a che fare con un diritto democratico e con il tema dell’astensionismo: in questo modo invece che incentivare i giovani a votare, molti desistono, perché gli ostacoli sono troppi. Vediamo cosa succederà”.

CAMILLA CUPELLI