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Gli spettacoli dell’emergenza

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Il mondo della cultura non si arrende alla pandemia e cerca di adeguarsi.

Spettacoli e cultura ko su tutto il territorio nazionale. Almeno fino al 3 aprile, come deciso nell’ultimo decreto del Governo, i teatri, cinema e musei resteranno chiusi e gli eventi in programma sono stati cancellati per contenere l’emergenza coronavirus in Italia.
Gli esercenti cercano alternative per fronteggiare le difficoltà economiche, già pesanti dopo la prima settimana di stop iniziato il 24 febbraio. Durante la chiusura forzata i dipendenti del museo Egizio hanno continuato a lavorare al mantenimento della collezione: «Il danno monetario derivato solo dalla prima settimana di fermo è stato molto rilevante, perché il Museo Egizio si sostiene per il 68% con i biglietti – ha dichiarato Christian Greco, direttore del museo – abbiamo subito un danno di circe 280-300 mila euro in una sola settimana».

La Lirica

Il Teatro Regio, che in un primo momento aveva dovuto rinunciare
solo a un paio di concerti, si trova a dover riprogrammare tutta la stagione. L’11 marzo era previsto il debutto de “La Bohème” di Puccini, opera di grande richiamo per il Regio che avrebbe proposto un nuovo allestimento ispirato alle scene e ai costumi originali della prima assoluta dell’opera, che si tenne proprio a Torino nel 1896.
Per mantenere vivo il rapporto con il pubblico, il teatro si è adeguato con l’iniziativa #operaonthesofa lanciata sui social: «Il nuovo palco virtuale tutti i giorni alle 18 sul canale YouTube del Teatro consentirà agli appassionati di vivere la magia della grande opera a portata di clic.
Un’occasione unica per assistere alle prove generali di prestigiose produzioni della Stagione in corso e di quelle passate, che saranno rese disponibili, atto dopo atto, grazie a ri- prese di lavoro inedite». Non molto diversa la situazione dei locali e dei circoli Arci cittadini. L’annullamento di spettacoli, concerti e attività, ha generato penali, perdite economiche e difficoltà organizzative che, in prospettiva annuale, ha già creato danni economici rilevanti.

La Lettera

In una lettera aperta alla sindaca di Torino Chiara Appendino pubblicata sui social a seguito del decreto governativo dell’8 marzo i circoli Arci hanno dichiarato come: «Tutti noi club, circoli, centri giovanili, luoghi culturali e teatri indipendenti abbiamo interrotto gli eventi e le manifestazioni e ci siamo imposti, per tutte le altre attività, il rispetto della distanza di sicurezza di un metro, così come prescritto. Molti di noi sono chiusi e l’attività culturale si è fermata. Speriamo, una volta superato questo momento di difficoltà,di tornare ad animare le giornate e le notti torinesi, consapevoli della responsabilità culturale che in questi giorni ci ha portato a mantenere viva questa città. Si va incontro ad
una crisi profonda di tutto il nostro settore, delle economie dirette ed indirette che creiamo, del lavoro delle persone che ogni giorno contribuiscono alla buona riuscita di un concerto o di uno spettacolo teatrale. Abbiamo paura di non rialzarci! Per queste ragioni abbiamo chiesto alla Sindaca di farsi portatrice delle nostre istanze verso le istituzioni competenti. Chiediamo a tutto il nostro pubblico di esserci vicino in questo momento complesso. Non finirà la cultura della notte, torneremo a viverla assieme».

Sui Social

Nonostante le difficoltà le istituzioni culturali cittadine continuano a interagire con il pubblico attraverso la comunicazione sui social e, dove possibile, con spettacoli e anteprime in diretta streaming, nella speranza che la situazione per il settore migliori al più presto. Anche i festival e le rassegne sono stati rimandati. Per esempio al Festival della Tv di Dogliani non hanno perso la speranza: «Noi continuiamo a lavorare, non ci arrendiamo».

Articoli tratti dal Magazine Futura uscito il 18 marzo 2020. Leggi il Pdf cliccando qui.

FRANCESCA SORRENTINO

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