La Nazionale italiana non ci sarà a Russia 2018, ma il Mondiale resta la competizione più affascinante che il calcio possa offrire. Lo sa bene Stefano Bizzotto, che proprio nell’anno horribilis per gli Azzurri, fuori dai giochi per la prima volta dopo 60 anni, ha deciso di scrivere un libro. Si chiama “Il giro del mondo in una Coppa” (Il Saggiatore) ed è stato presentato dall’autore insieme con Roberto Beccantini, storica firma de La Gazzetta dello Sport, al 31° Salone Internazionale del Libro. Si tratta di una raccolta di storie e aneddoti di calcio e vita sconosciute ai più. “L’idea è nata ben prima dell’eliminazione dell’Italia – racconta il noto telecronista Rai – Ci siamo presi il rischio, ma con il mio editore abbiamo deciso che l’avremmo pubblicato lo stesso”.
Il telecronista #Rai Stefano #Bizzotto racconta il suo “Giro del mondo in una coppa”. “L’idea del libro è nata molto prima dell’esclusione di @Vivo_Azzurro da #Russia2018, ho corso il rischio” #salTo18 @SalonedelLibro pic.twitter.com/t2CFThnTKu
— Federico Parodi (@federbaros) May 12, 2018
“Non è un resoconto della storia dei Mondiali, ma una serie di racconti che mi hanno colpito in questi anni di lavoro: ho la mania dell’archivio”, prosegue Bizzotto. Ecco che dal suo libro di ricordi il giornalista sforna una serie di curiosità. Come l’edizione del 1930 con l’istantanea della Nazionale padrone di casa dell’Uruguay che raggiunge lo stadio per giocare la finale su un bus di linea. Altri tempi. E cosa dire poi del calciatore argentino Manuel Ferreira, che in quella stessa edizione decise di abbandonare il ritiro per andare a sostenere un esame universitario, o dell’haitiano, naturalizzato statunitense, Joe Gaetjens: nel 1950 giocò il Mondiale con gli Usa segnando un gol decisivo all’Inghilterra prima di far ritorno in patria dove sarebbe stato ucciso in circostanze misteriose.
Tornando a Russia 2018, Bizzotto indica in Brasile e Spagna le squadre da battere, “anche se i verdeoro hanno perso Dani Alves, un uomo spogliatoio non facile da sostituire”. Dopo molti anni il giornalista bolzanino non potrà commentare le partite, che saranno trasmesse in esclusiva sulle reti Mediaset: “Sento un vuoto – confida – Era dal 1990 che in prossimità dei Mondiali mi focalizzavo sulla competizione. Forse la Rai manderà due inviati in Russia, ma non può essere la stessa cosa. Sono molto dispiaciuto”.