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Giorno della memoria, le celebrazioni a Torino

Torino celebra il Giorno della memoria. A ottant’anni esatti dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau – il 27 gennaio 1945 – la città ricorda le vittime della Shoah con mostre, spettacoli teatrali, conferenze e commemorazioni in programma fino a fine febbraio. Oggi come ieri, la ragione è sempre la stessa: ricordare l’orrore perché ciò che è accaduto non si ripeta più.

L’appuntamento più toccante è in programma nella serata del 27 gennaio, alle 20: la tradizionale fiaccolata dal binario 17 della stazione di Porta Nuova – da cui partivano i treni carichi di deportati – alle carceri Le Nuove, dove durante la Seconda guerra mondiale furono imprigionati e torturati ebrei e partigiani. Inoltre, lunedì 27 gennaio, dalle 10 alle 18 viene aperto in via straordinaria il Museo diffuso della Resistenza, dove sarà possibile visitare l’installazione permanente “Torino 38-48. Dalle leggi razziali alla Costituzione”.

Alle 18.30 del 27 gennaio viene inaugurata al Polo del 900 l’installazione multimediale “Tornare; Mangiare; Raccontare. 1945: Primo Levi e la liberazione di Auschwitz”, visitabile fino al 15 febbraio. Sempre al Polo del 900, nell’auditorium in piazzetta Antonicelli, alle 19.45 Rai Radio 3 organizza una lettura pubblica dell’ultimo capitolo di “Se questo è un uomo” di Primo Levi, intitolato “Storia di dieci giorni”, dove si racconta il periodo tra la fuga dei nazisti dal lager e l’arrivo dell’Armata Rossa. L’ingresso è libero con prenotazione obbligatoria (per informazioni: info@primolevi.it e www.primolevi.it). Fino al 5 maggio 2025 sarà visitabile anche la mostra “Giro di posta. Primo Levi, le Germanie e l’Europa” a Palazzo Madama, inaugurata il 24 gennaio: vi vengono rese pubbliche per la prima volta molte lettere, tra cui una parte significative spedite o ricevute da Primo Levi, con l’obiettivo di raccontare la Germania dell’epoca e, in più in generale, l’Europa.

Il 23 gennaio, sono state posate sei nuove pietre di inciampo, che si aggiungono alle 153 già presenti in città. L’iniziativa è dell’artista tedesco Gunter Demnig, che dal 1992 in tutta Europa posiziona davanti alle ultime abitazioni conosciute delle vittime dell’Olocausto una pietra rivestita di ottone con il loro nome, la data di nascita e di morte e il luogo di deportazione. L’evento è iniziato con l’installazione della prima targa dedicata a Mauro Finiguerra ed è proseguito con quelle di Cesarina Levi, Giovanni Abati, Cesare Levi, Luigi Ottino e, infine, Arturo Levi, in occasione della quale si è tenuta anche la cerimonia pubblica con la presenza dell’artista, delle istituzioni e delle associazioni promotrici.

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