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Giornata mondiale dell’igiene delle mani, ecco le regole per lavarle al meglio

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Non solo Napoleone e Karl Marx. Il 5 maggio è anche la Giornata mondiale dell’igiene delle mani e mai come quest’anno, in periodo di pandemia, è importante ricordare che una corretta pulizia delle mani diminuisce il rischio d’infezione. Molti però non si lavano correttamente e nel momento giusto. Ecco quando il Ministero della Sanità consiglia di farlo:

È importante lavarsi le mani:
Prima
• di toccarsi occhi/naso/bocca (per es., per fumare, usare lenti a contatto, lavare i denti, etc.)
• di mangiare
• di assumere farmaci o somministrare farmaci ad altri
Prima e dopo
• aver maneggiato alimenti, soprattutto se crudi
• aver usato i servizi igienici,
• aver medicato o toccato una ferita
• aver cambiato il pannolino di un bambino
• aver toccato una persona malata
• aver toccato un animale
Dopo
• aver frequentato luoghi pubblici (negozio, ambulatorio, stazione, palestra, scuola, cinema, bus, ufficio, etc.) e, in generale, appena si rientra in casa
• aver maneggiato la spazzatura
• aver utilizzato soldi
• aver toccato altre persone

L’Istituto Superiore di Sanità spiega come farlo nel modo corretto:

“Bisogna lavarsi le mani spesso e accuratamente con acqua e sapone per 40-60 secondi. Se non sono disponibili acqua e sapone, è possibile utilizzare anche un disinfettante per mani a base di alcol con almeno il 60% di alcol. Il virus entra nel corpo attraverso gli occhi, il naso e la bocca, quindi evita di toccarli con le mani non lavate, come spesso succede come gesto naturale. Non bisogna invece lavare solo il palmo e il dorso delle mani, ma bisogna eseguire un lavaggio completo di tutte le parti compresi gli spazi tra le dita. I guanti non devono sostituire la corretta igiene delle mani. Il lavaggio delle mani non deve essere eseguito senza rimuovere i gioielli. Alla fine del lavaggio non bisogna toccare i rubinetti per richiudere l’acqua ma utilizzare un fazzoletto o la piega del gomito per evitare che le mani pulite entrino a contatto con superfici sporche. Dopo essersi lavate le mani non bisogna toccare oggetti (es. maniglia della porta). Si può usare un fazzoletto di carta per aprire la porta. Non si devono lavare i guanti monouso, potrebbero rovinarsi”.

In mancanza del sapone si possono utilizzare gli igienizzanti a base alcolica, che sono andati a ruba in tutti i negozi nei primi giorni dell’epidemia, ma è importante non abusarne perché un uso frequente potrebbe favorire nei batteri lo sviluppo di resistenze nei confronti di alcune sostanze contenute nelle soluzioni, oltre a indebolire le difese naturali della cute, aumentando il rischio di contrarre infezioni.

Per ricordare l’importanza di questo gesto l’Iss e il Ministero della Salute hanno realizzato e diffuso alcuni video sui loro social:

A scoprire i benefici che poteva portare un lavaggio corretto ed accurato delle mani è stato il medico ungherese Ignaz Semmelweis, che ha operato a metà Ottocento. In quel periodo nelle cliniche ostetriche si registrava un’alta incidenza di febbre puerperale, che uccideva molte delle donne che partorivano in ospedale. Nel 1847 Semmelweis scoprì che disinfettando correttamente le mani diminuiva il rischio di infezione. Da allora impose una regola a tutti coloro che entravano nel suo padiglione: ognuno doveva lavarsi le mani con una soluzione di cloruro di calce. La mortalità delle partorienti diminuì drasticamente in pochi anni, dal’11% all’1%.

Google gli ha dedicato un Doodle proprio alcune settimane fa:

JACOPO TOMATIS

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