Tra polemiche sulla chiusura dei porti e aggressioni razziste consumate al grido di “Salvini”, siamo arrivati alla Giornata Mondiale del Rifugiato. Il 20 giugno 1951, infatti, l’assemblea dell’Onu approvò la convenzione di Ginevra, con cui, tra le altre cose, si tutelava il diritto internazionale delle associazioni umanitarie di operare in territorio di guerra. Da allora, questo giorno diventato una ricorrenza simbolica per sensibilizzare l’opinione pubblica alla condizione di chi scappa da guerra e fame alla ricerca di un futuro migliore. Anche Torino contribuisce alle celebrazioni internazionali, con una girandola di eventi che andranno avanti per tutto il giorno.
L’associazione Almaterra inaugura un ciclo di laboratori presso la sede in via Norberto Rosa 13/A Torino. La rassegna “Almaterra Porte Aperte” è già iniziata, ma andrà avanti per tutta la mattinata con laboratori di inglese pidgin (una varietà nata dalla contaminazione con lingue di altre popolazioni), somalo, francese, teatro, canto, danza tenuti dai richiedenti asilo. Un pranzo condiviso con i migranti precede la sessione pomeridiana di attività. Dalle 14, si terranno corsi di bicicletta, manualità e bigiotteria, arte, parrucco henné (tinte naturali per i capelli).
Le porte dell’Arsenale della Pace, che danno sulla piazza del Balôn, nel quartiere di Porta Palazzo, resteranno aperte fino alle 16, per consentire agli ospiti di visitare gli spazi destinati all’accoglienza dei richiedenti asilo. Un’ottima occasione per entrare nell’ex fabbrica di armi apprezzare la riconversione attuata con il contributo di migliaia di giovani provenienti da tutta Italia.
Dalle ore 11 i torinesi potranno visitare anche il centro di accoglienza SPRAR “La casa del mondo”, in via Negarville 30 (zona Mirafiori Sud). Alle ore 17 sarà inaugurata una mostra fotografica a cura dei rifugiati dal titolo “Come i miei occhi”. Anche in questa occasione non mancheranno laboratori che coinvolgeranno le scuole del territorio. A seguire, la presentazione di un workshop di decoro e riciclo che, grazie alla collaborazione di Restyle e Restauri, un’azienda che si occupa del recupero di opere d’arte e artigianato, ha messo alla prova le capacità manuali dei partecipanti. È prevista anche una lezione aperta di capoeira, l’arte brasiliana di danza e combattimento.
Anche la Diaconia Valdese di via Baltea 3, nel quartiere Barriera di Milano, mette a disposizione dei torinesi laboratori di informatica e sartoria, che si svolgeranno dalle 11 alle 16.
Non solo associazioni e centri di accoglienza. Alla Giornata Mondiale del rifugiato partecipa anche l’Università di Torino. Al Campus Einaudi, in Lungo Dora Siena 100, si terrà il convegno “Ascolta la mia storia, ti racconto le mie passioni”, alla presenza degli assessori, entrambi alle Politiche Giovanili, Monica Cerutti, della giunta piemontese, e Marco Giusta, del governo cittadino. L’incontro proseguirà fino al buffet delle 13.30 alternando gli interventi di studenti rifugiati a quelli di docenti e ricercatori nazionali e internazionali.
Dalle 18,30, presso la Casa del Teatro Ragazzi e Giovani, in corso Galileo Ferraris 266, si svolgerà un incontro aperto tra alcune associazioni che si occupano dell’accoglienza, movimentato dalle note del gruppo “One Bloody Family”, nato dalla collaborazione di otto ragazzi provenienti da Gambia e Senegal.
A seguire si svolgerà la dimostrazione finale del progetto “Melting Pot” in una combinazione di teatro e danza terapia. Lo scopo degli organizzatori è “favorire l’inclusione dei richiedenti con due percorsi mirati a far sentire torinese chi transita nel mondo”. La serata terminerà con il concerto “Dal Senegal al Salento – Bato Trio e la Mom Orchestra”: danze e percussioni del Senegal a cui risponderanno i gesti delle danze popolari del Sud. Tutti gli eventi della Casa del Teatro Ragazzi e Giovani saranno accessibili fino a esaurimento posti e solo su prenotazione (per informazioni telefonare allo 011/19740280 o inviare una mail a biglietteria@casateatroragazzi.it).