“Dobbiamo pensare in modo nuovo a ciò che buttiamo via – senza vedere scarti, ma opportunità”. Dal 2018, il 18 marzo è la giornata mondiale del riciclo: si mettono in luce le buone pratiche che riguardano individui, imprese e comunità. L’obiettivo è rendere tutti più consapevoli.
Nella gara alla sostenibilità, l’Italia sta correndo bene, almeno per quanto riguarda riciclo ed economia circolare. È infatti il Paese che in Europa ricicla di più i suoi rifiuti. Il rapporto Greenitaly 2020, realizzato da Symbola e Unioncamere, dipinge un’Italia che avvia il 79% dei suoi scarti al riciclo, prima su Francia (56%), Regno Unito (50%) e Germania (43%). La media europea è del 39,2%. I dati sono aggiornati al 2018. In valori assoluti, la quantità di rifiuti italiani oggetto di riciclo sono oltre 61 milioni di tonnellate. Un valore inferiore solo a quello tedesco (circa 74 milioni di tonnellate) e superiore a quello di altri grandi Paesi europei (40 milioni in Francia, 35 milioni in Regno Unito).
Il riciclo è parte di quel cambiamento green che anche i Sustinable Developement Goals indicano. In particolare, l’obiettivo 12 si concentra su “Consumo e produzione responsabile”.
Un cambiamento che in Italia sta coinvolgendo le imprese. Secondo lo stesso rapporto Greenitaly, sono 432mila quelle che tra il 2015 e il 2019 hanno investito in prodotti e tecnologie green. Negli ultimi anni si è fatta strada una consapevolezza: includere la sostenibilità nelle strategie aziendali può essere un’opzione strategica che porta un vantaggio competitivo. Essere green non è più, quindi, solo un onere. Ai business green sono associate visioni strategiche di più ampio respiro, che li rendono più affidabili sui mercati internazionali.
La Giornata mondiale del riciclo richiama alla responsabilità personale. Le scelte personali pesano: il riciclo inizia dai cestini delle proprie case. E da ciò che si decide di mettere nel carrello.