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Giornata delle vittime civili dei conflitti nel mondo: se ne parla al Palazzo della Regione

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Un incontro al Palazzo della Regione per fare un punto sulla situazione dei conflitti mondiali di oggi e per ricordare le vittime di ieri. In occasione della Giornata nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo, ANVCG (Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra) ha presentato le sue iniziative, sulla scia delle parole: “Stop alle bombe sui civili”. Uno slogan, quello di quest’anno, che diventa un appello di pace in contrasto alle guerre che attraversano il mondo. Focus sul presente, dal conflitto in Ucraina alle vittime a Gaza. In apertura, le parole del Presidente della Rebubblica Sergio Mattarella riprese dai rappresentanti dell’associazione: “Promuovere la cultura della pace, ottenere il rispetto della popolazione civile nei conflitti, sono elementi imprescindibili per scuotere le coscienze ed evitare gli orrori che derivano da ogni forma di uso indiscriminato della forza nelle relazioni tra i popoli”. 

Un appello riportato dalla referente interregionale e interprovinciale dell’associazione, Giorgia Gambino. In seguito, l’intervento della vicesindaca di Torino, Michela Favaro. “Da Torino, dalla regione Piemonte, è importante che passi questo messaggio. Questa sera la Mole stasera si tingerà di blu, in segno di ricordo e impegno, così come il Municipio. La nostra è una città impegnata sul tema della pace, tramite iniziative e incontri. Sono diversi i luoghi simbolo di questo approccio, a partire dal Sermig. Ma poi contiamo numerose ONG presenti in città, che lavorano ogni giorno in un’ottica di solidarietà e impegno”. 

Non solo l’Associazione invita ad esporre lo striscione con lo slogan “Stop alle bombe sui civili” alle sedi istituzionali e ai cittadini. “Soprattutto chiediamo di adottare una delibera per chiedere al Governo di impegnarsi nell’internazionalizzazione dei principali trattati e convenzioni che regolano l’uso e il commercio di armi” dice Gambino. Riferimenti alla convenzione Onu sulle bombe a grappolo, al trattato di Ottawa sulla messa al bando delle mine anti-uomo, la Convenzione della Nazioni Unite di Ginevra del 1980.  Un monito che richiede partecipazione, che passa anche tramite chi si è occupato di conflitti per anni. 

È il caso di Alessandro De Pascale, giornalista e curatore di Atlante Delle Guerre e dei Confitti del Mondo, volume arrivato quest’anno alla sua dodicesima edizione: “Ci sono 23 situazioni di crisi intorno al globo, 31 guerre – spiega -. I conflitti durano in media 20 anni e molte crisi hanno un peso sui civili che è pari alle guerre. Un esempio è l’Afghanistan, del dopo intervento ventennale del governo statunitense: la guerra è cessata, ma è tornato tutto come prima, con i talebani al potere. Quindi un intervento che è costato vite, e in secondo luogo denaro, si è rilevato del tutto inutile. E oggi la situazione di crisi è drammatica, dal punto di vista sociale e dei diritti”. 

Atlante delle guerre e dei conflitti attraversa il mondo nei suoi punti di tensione più nascosti e anche più dimenticati. Con l’obiettivo di diffondere una fotografia in tempo reale, per aprire gli occhi e lanciare un messaggio di intervento per la pace.  

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