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Giornata della memoria. Chiara Appendino: “Dobbiamo renderla un momento di crescita collettiva”

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Il ventisette gennaio del 1945 le truppe dell’Armata Rossa arrivarono ad Auschwitz, scoprendone il vicino campo di concentramento e liberandone i prigionieri superstiti. Da allora questa data è diventata il simbolo del ricordo, affinchè la storia non si ripeta.

E voi, imparate che occorre vedere
e non guardare in aria; occorre agire
e non parlare. Questo mostro stava
una volta per governare il mondo!
I popoli lo spensero, ma ora non
cantiam vittoria troppo presto
il grembo da cui nacque è ancora fecondo
(Bertolt Brecht)

Sono queste le parole che il giornalista ed ex partigiano Bruno Segre ha voluto citare, questa mattina, nella sala Rossa del Comune di Torino, alla presenza delle autorità cittadine per la commemorazione ufficiale della giornata della memoria. Per non dimenticare le atrocità del nazismo contro la comunità ebraica: “È una storia che passa ogni limite di comprensione per chi non l’ha vissuta. Ma in questo giorno voglio ricordare soprattutto chi con grande umanità aiutò gli ebrei, non solo i loro persecutori”.

Il valore della giornata della memoria è ancora vivo anche alla luce dei recenti fatti di cronaca. L’ultimo a Mondovì in provincia di Cuneo, dove nella notte tra il 23 e il 24 gennaio è apparsa la scritta antisemita “Juden Hier” tracciata sulla porta d’ingresso dell’abitazione che fu della partigiana Lidia Rolfi.

Episodio che ha voluto ricordare anche la sindaca di Torino Chiara Appendino: “Gli episodi di Mondovì rappresentano un buco nero di valori. La situazione è ancora più grave se si guarda ai canali di comunicazione moderna, dove ci si esprime con la sicurezza di non essere puniti. Ci sono centinaia di pagine Facebook dichiaratamente antisemite. Dobbiamo continuare a chiederci perché siamo qui oggi – ha proseguito la Appendino – questa sala è il luogo più rappresentativo della città. Come sindaca e come cittadina ho il dovere di rendere questo momento un’occasione di crescita collettiva”.

FRANCESCA SORRENTINO

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