La testata del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino

Giornalisti sotto attacco per le elezioni del 2024

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“Quest’anno ci saranno più di 80 elezioni nel mondo. Voterà metà della popolazione mondiale. La democrazia sarà messa alla prova come mai prima d’ora”. Lih Yi Beh è la coordinatrice del programma asiatico del Comitato per la protezione dei giornalisti. L’azienda gestisce un gruppo di ricercatori che documentano le violazioni della libertà di stampa. Una questione chiave, in vista soprattutto delle numerosi elezioni che si terranno nei prossimi mesi in tutto il mondo.

L’India è uno dei paesi maggiormente sotto osservazione: “Negli ultimi 20 anni c’è stato un drastico cambiamento per quanto riguarda la sicurezza dei giornalisti – sottolinea Shahina K.K, senior editor di Outlook magazine, al Festival di Giornalismo di Perugia -. Probabilmente le prossime elezioni potrebbero essere le ultime, quindi sarà importante votare. È in aumento il numero dei giornalisti che vengono attaccati o arrestati dalla polizia e da gruppi dei partiti. Una settimana fa alcuni reporter sono stati circondati da alcuni militanti di una forza politica: gli hanno lanciato addosso benzina per bruciali vivi”. Ma le persecuzioni sono anche a livello istituzionale: “Il governo sta emanando leggi contro il terrorismo che in realtà censurano i giornalisti” denuncia.

Una situazione simile si sta iniziando a registrare anche oltreoceano: “Gli Stati Uniti devono prepararsi non solo a delle elezioni, ma anche a eventuali rivolte. Nel 2015 abbiamo visto per la prima volta Trump incitare la folla a deridere i media. Questo fenomeno è in forte crescita, soprattutto dopo l’ascesa del Tycoon” racconta Brianne Pfannenstiel, reporter della sezione politica del The Des Moines Register.

E quindi il cambio di situazione spinge i professionisti dell’informazione a una riflessione: “Alle prossime elezioni sarà fondamentale il ruolo dei giornalisti – conclude Julia Pace, direttrice di Associated Press -. E’ necessario fare una riflessione. Considerando anche che oggi avere un tesserino al collo o una macchina fotografica in mano ci rende bersagli di possibili violenze fisiche. Questo porta a ripensare la formazione dei giornalisti che si occupano di elezioni, preparandoli per quando saranno n mezzo alla folla”.