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Giornalismo locale: servono qualità e fiducia per sopravvivere

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Il giornalismo locale è morto? Sicuramente non se la passa bene. Ma esistono realtà virtuose che resistono e che sono riuscite a creare un rapporto di fiducia con la propria comunità di riferimento. È il caso di Mill Media, giornale di Manchester fondato e diretto da Joshi Herrmann intervenuto al festival del giornalismo di Perugia. “L’Inghilterra negli ultimi anni ha perso circa settemila giornalisti – racconta –, e gran parte di questi appartenevano a testate locali. Numeri che mettono paura. Poco prima della pandemia intrapresi un viaggio in Repubblica Ceca, volevo imparare la lingua e scrivere un libro. Ma viste le varie restrizioni, decisi di rinviare il mio progetto e tornare nella mia città, Manchester”. In quel momento è nata Mill Media. “Mi ero accorto che la mia comunità non aveva più punti di riferimento e che nessuno teneva a bada il potere. Con le timide riaperture del post Covid ho iniziato a parlare con le persone del quartiere, a raccontare storie e a fare reportage. I cittadini hanno iniziato a darmi fiducia e sono arrivati i primi abbonamenti. Credo che una delle pecche di tante realtà giornalistiche locali sia la lontananza dai propri lettori. I giornalisti rimangono chiusi tra le mura delle redazioni, concentrati nella fretta di non perdere alcuna notizia. Ma facendo così perdono di qualità e di appeal sui cittadini. Il nostro obiettivo infatti non è avere tante storie tutti i giorni, ne bastano poche, ma quelle devono avere risonanza”. Mill Media oggi conta 25 giornalisti e settemila abbonati. “Abbiamo aperto la redazione nel centro di Manchester – aggiunge – quando non siamo noi a essere in mezzo ai cittadini, sono loro che ci vengono a trovare e a portarci le notizie. Si è creato un rapporto davvero interessante, siamo diventati il loro megafono”.

Singolare anche il rapporto con gli inserzionisti. “Credo che il mercato pubblicitario – conclude – sia molto più volubile rispetto a quello degli abbonamenti. Noi abbiamo deciso di vendere pochi spazi, non mi piacciono quei siti tempestati da inserzioni che prima di poter leggere l’articolo passano alcuni minuti”.

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