La testata del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino

Giorgio Chiellini: “Lo studio mi ha reso più riflessivo in campo”

Si è laureato campione d’Europa con la Nazionale nel 2021, ma non solo. Giorgio Chiellini, dopo essersi diplomato al liceo scientifico, si è immatricolato all’Università degli Studi di Torino, dove ha conseguito, nel 2010, la laurea triennale in Economia e Commercio e poi, nel 2017, la laurea magistrale, con Lode, in Business Administration.

La storica bandiera della Juventus è oggi Head of Football Institutional Relations per il club bianconero, co-fondatore di Akka, un club che investe in start-up, e partner di Mate, l’agenzia di comunicazione di cui è socio anche Claudio Marchisio. Come i partecipanti dei Fisu Games, il difensore toscano ha dovuto imparare a bilanciare l’attività sportiva professionistica e lo studio. Dopo la cerimonia di apertura dei Giochi, a cui ha partecipato come ultimo tedoforo, Chiellini ha augurato agli atleti, con un post su Instagram, di “vivere questa esperienza con passione e determinazione, onorando i valori dello sport”.

Noi di Futura abbiamo intervistato l’ex capitano della Nazionale per scoprire il segreto del suo successo, accademico e professionale.

Giorgio Chiellini, in questi giorni, a Torino, si stanno svolgendo i Fisu Games, a cui partecipano studenti-atleti. Lei si è laureato presso l’Università degli Studi di Torino mentre giocava a calcio per la Juventus, potrebbe raccontarci quali sono le principali sfide nel conciliare lo studio e l’attività sportiva a livello professionistico?
La carriera di atleta ad alti livelli assorbe la maggior parte del tempo libero e delle energie, fisiche e nervose, della giornata. La lettura e lo studio mi hanno sempre aiutato a mantenere un equilibrio mentale, calibrando quotidianamente i miei impegni accademici in base ad allenamenti e partite. Si può “staccare” con un sonnellino, una partita alla Playstation, ma anche con la lettura di un buon libro o un testo universitario.

Che emozioni ha provato nell’essere l’ultimo tedoforo ai Fisu Games 2025? Che ruolo hanno i Giochi nel promuovere i valori dello studio e dello sport? Possono incentivare i più giovani a conciliare entrambi gli aspetti?
È stata una serata che mi ha dato grandi emozioni, un momento che non dimenticherò. Credo che i Giochi rappresentino il simbolo e i valori più profondi dello sport, è stata un’esperienza che porterò sempre nel cuore. E vivere la passione degli oltre 2500 giovani atleti e studenti in prima persona mi ha ricordato di quando ero un giovane calciatore con un grande sogno. Auguro ad ognuno di loro di poter realizzare i loro sogni.

Si è mai trovato in difficoltà al punto di pensare di lasciare una delle due attività?
Non ho mai preso in considerazione l’idea di mollare. Per me il calcio e lo studio sono stati parte fondamentale e integrante della mia vita, fatico a pensarmi senza uno dei due, perché mi accompagnano da quando ho memoria.

Quali sono i suoi consigli per i giovani che, come lei nel passato, si trovano a dover bilanciare due mondi così impegnativi?
La cosa importante è trovare il giusto equilibrio. Cercando di portare avanti in parallelo sport e studio, giorno dopo giorno. La costanza paga su entrambi i fronti, e lo studio può aiutare nello sport, così come alcuni aspetti della vita da atleta facilitano a gestire gli impegni accademici.

L’attitudine allo studio ha influenzato il suo modo di affrontare le partite? È successo anche che l’abitudine a competere L’abbia aiutata ad affrontare le sfide accademiche?
Nel calcio conta molta l’istinto, ma quando hai possibilità di ragionare è essenziale non commettere errori nelle scelte decisive. In questo senso lo studio mi ha aiutato ad affinare le mie capacità riflessive, a mantenere alto il livello di concentrazione per un periodo di tempo prolungato. Lo sport mi ha dato una grande mano nel gestire le sfide accademiche: sono abituato a “lavorare” sotto pressione.

Immagino che lei, proprio per quanto si è detto, creda molto nel valore dello studio. A tal proposito vorremmo chiederle che cosa motivi una persona che, come lei, è professionalmente molto realizzata a mettersi in discussione e intraprendere un percorso complesso come lo sono gli studi universitari. E come mai proprio Economia?
Lo studio ha sempre fatto parte della mia vita, e crescendo non l’ho mai trascurato. Per me è stato un percorso naturale, da giovane ho dovuto fare più sacrifici rispetto alla maggior parte dei miei coetanei, ma non mi sono mai pesati. Mi ritengo fortunato per aver realizzato il mio sogno sportivo. Ho scelto Economia perché mi ha sempre affascinato, e mi avrebbe potuto dare possibilità di carriera interessanti dopo il ritiro da calciatore.

Recentemente ha co-fondato Akka, un club di investimenti in start-up. Già da qualche anno era socio di capitale, con Claudio Marchisio, in Mate. Quanto le è stata utile la formazione universitaria in questi suoi progetti imprenditoriali e nel ruolo di Head of Football Institutional Relations in Juventus?
In questi ultimi anni ho scoperto il mondo delle startup, e il potenziale del progetto Akka di Thomas Rebaud mi ha convinto subito. Mate Agency è ormai una realtà consolidata e mi fa doppiamente piacere esserne socio insieme al mio ex compagno in bianconero Claudio Marchisio. La mia formazione accademica è stata essenziale per tutti i passi che ho mosso dopo il mio ritiro calcistico. Da imprenditore, ma anche da dirigente.

Quando si è iscritto alla facoltà di Economia, aveva già in mente questi progetti oppure sono nati durante gli anni successivi?
Quasi tutti i progetti sono nati negli anni successivi. Il mio percorso universitario mi ha dato un imprinting di base fondamentale, ma anche le conoscenze e gli strumenti necessari per muovermi in un mondo nuovo, dopo 30 anni di calcio.

Da torinese d’adozione si è mai cimentato in uno sport invernale in una delle bellissime cornici della provincia di Torino?
Lo sci purtroppo è incompatibile con il calcio professionistico, a causa del rischio di infortuni. Ma ho ripreso a sciare dopo il ritiro, a quasi trent’anni dall’ultima volta, apprezzo la montagna e quando posso mi concedo una fuga con la famiglia tra Sestriere e dintorni.

Articoli Correlati