La testata del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino

“Ghosting the News”, Margaret Sullivan al Master in giornalismo di Torino

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Sono ore difficili per la democrazia americana. Le proteste seguite alla morte di George Floyd a Minneapolis, che hanno portato in strada migliaia di manifestanti negli ultimi dieci giorni a supporto della comunità afroamericana, hanno messo a dura prova anche il mondo del giornalismo.
In tutto il paese, da Minneapolis a New York, anche i reporter sono stati spesso vittime di attacchi e aggressioni sia da parte della polizia che degli stessi manifestanti.

Hanno suscitato scalpore le immagini in diretta dell’arresto di una intera troupe della Cnn, due membri della quale erano neri, nonostante i giornalisti si fossero identificati come tali e stessero solo filmando le proteste in città. Ma non si è trattato di un episodio isolato. A Louiseville un agente ha sparato dei “pepper-balls”, proiettili che contengono sostanze chimiche urticanti, contro una reporter di una televisione locale. Stessa sorte per due fotogiornalisti di Las Vegas arrestati dalla polizia. Non sono mancate però le aggressioni nemmeno da parte dei manifestanti che hanno preso di mira i reporter in più di una occasione.

La giornalista e media editor del Washington Post, Margaret Sullivan,  in un suo articolo dello scorso 31 maggio ha cercato di dare una spiegazione a questi episodi come conseguenza della perdita di credibilità che affligge il giornalismo ormai da anni, e non solo negli Stati Uniti. “The press has been attacked and disparaged by politicians for decades, whenever they found it served their purposes to slap around the “nattering nabobs of negativism,” as Richard Nixon’s vice president, Spiro Agnew, once put it”.

Un processo che, secondo la Sullivan, è peggiorato sensibilmente dopo l’elezione di Donald Trump a presidente: “So no, Trump didn’t start this. But he has made it immeasurably worse”.

Il problema del rapporto tra media, democrazia e credibilità non è nuovo per la giornalista americana. A luglio uscirà il suo primo libro, “Ghosting the News: Local Journalism and the Crisis of American Democracy” sui rischi che il declino dell’apparato informativo tradizionale e dei giornali, specialmente locali, rappresenta per la società. Sullivan si chiede cosa succederà alle comunità se perdono i loro “cani da guardia” del potere? Complici i social media, che incentivano la disinformazione e il fiorire delle fake news, il dibattito pubblico, a livello locale e non solo, ha subito un degrado.

Margaret Sullivan sarà ospite all’evento conclusivo del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca”, lunedì 8 giugno, per confrontarsi con gli studenti proprio sulla crisi e sulle prospettive future del giornalismo. Sarà possibile seguire la diretta a partire dalle 15 sulla pagina Facebook dell’Università degli Studi di Torino.

FRANCESCA SORRENTINO

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