Il futuro del giornalismo? “Filtrato” dal passato

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Il giornalista deve consumare la suola delle scarpe. Frase vecchia. Demodè. Spesso, o troppo spesso (chi lo sa?!), basta qualche telefonata per avere in poco tempo le informazioni che servono. Verificarle è ancora più facile. Ma quindi le scarpe da consumare si possono buttare? Il giornalismo del futuro si farà a piedi nudi? Sì. No. Forse. La risposta va ben oltre la sfera di cristallo. Anche se il ruolo del giornalista è per certi versi simile a quello del veggente. E Internet ne ha accentuato i punti in comune. Si deve viaggiare in avanti nel tempo, a ritmi sempre più sostenuti, per anticipare il concorrente e offrire al lettore non solo certezze ma anche sviluppi futuri e inediti. Talvolta con il rischio di proporre pezzi vuoti purché nuovi. Certo non mancheranno tablet, pc e i social, ormai sovrani del web. Forse la rassegna stampa sarà postata sulle Instagram stories, Facebook migliorerà la qualità delle dirette e Twitter aprirà canali professionali sui cui seguire le notizie, sempre più stringate. Ma che ci siano più o meno caratteri, spazi o filtri uno non potrà mancare: anche il giornalismo del futuro sarà filtrato da chi consuma pensieri e idee. Scarpe comprese.

VALENTINA DANESI
(Scuola Walter Tobagi)