Con il passare del tempo il nostro mestiere diventa sempre più semplice, ma anche sempre più difficile. Più semplice sia perché il pubblico ha sempre maggiore accesso ai dati della realtà e mezzi per essere sempre aggiornato su tutto, sia perché le nuove tecnologie permettono di sorpassare limiti di tempo e spazio. Questo, paradossalmente, è anche il problema di noi giornalisti, perché la nostra passione, unita al senso di responsabilità, ci obbliga ad alzare il livello qualitativo e quantitativo della professione: produrre di più e meglio.
Quale futuro ha dunque il giornalismo? È passato da essere un mestiere per pochi, alle soglie con l’arte, a strumento potenzialmente manipolabile da ciascuno. Si devono necessariamente trovare nuove forma di collaborazione tra lettori e giornalisti, nuovi spazi di coinvolgimento per fare informazione accessibile e corretta. La parola d’ordine è condivisione.