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Fridays For Future, oltre duemila messaggi per la giustizia climatica

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Una vistosa installazione ripresa dal cielo. Un messaggio assemblato utilizzando teli e oltre 2000 cartelloni, a comporre le parole che tutti vorrebbero urlare. Perché solo attraverso una partecipazione compatta e costante, sebbene mai del tutto compresente, si può provare a scrollare le istituzioni, costringendole ad affrontare sul serio la crisi climatica. È questo il messaggio che gli attivisti di Fridays For Future (FFF) Piemonte hanno pensato per la Giornata mondiale di azione per il clima, la prima con l’intera penisola in zona rossa. Non potendo contare sulle piazze, la sezione di Torino e dei comuni piemontesi metterà in atto una protesta statica, che partirà dalle dieci di questa mattina presso il Giardino Grosa, all’ombra del grattacielo di Intesa San Paolo. Presidiata da attivisti e attiviste locali, la postazione legalmente autorizzata accoglierà in una sorta di walk through coloro che vorranno venire a dare il proprio contributo, lasciando cartelloni e ascoltando brevemente gli speaker collegati in webinar e diretta social durante la giornata. Si potra specificare la ragione della protesta nell’autocertificazione necessaria per gli spostamenti in zona rossa.

#bastafalsepromesse è l’hashtag che accompagnerà l’intera giornata. Un appello politico per far torcere il capo delle istituzioni verso quei pezzi di cartone, al fine di allineare le destinazioni dei fondi europei contenuti nel Next Generation Eu ai i punti cardine dell’agenda di FFF.  A questo proposito sarà essenziale attendere il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) che l’Italia presenterà alla Commissione europea. Il piano, attualmente all’esame del Senato, illustrerà il ventaglio di investimenti pensati dall’Italia per reagire alla pandemia, ponendo l’accento sulla ripartenza economica, la transizione digitale ed ecologica e lenendo i pericolosi contraccolpi sociali che vanno esacerbandosi. Secondo le linee guida del piano, “Gli assi portanti e prioritari saranno la transizione verde e digitale del Paese, ai quali saranno destinate la maggior parte delle risorse disponibili nello strumento di riprese e resilienza, in linea anche con le indicazioni della Commissione.” Del Next Generation Eu farà parte anche il programma di investimenti da 372 miliardi complessivi InvestEU – approvato a Bruxelles lo scorso 9 marzo – di cui l’Italia ricaverà la propria, cospicua fetta. Il piano che tra i principali target di erogazione ha anche il sostegno alla produzione dei dispositivi sanitari, sposa proprio la linea dell’azione sostenibile. Si vedrà tuttavia, se sorgeranno dubbi in merito all’applicazione del principio del “non arrecare un danno significativo” agli obiettivi di sostenibilità e salvaguardia della biodiversità dell’Unione esaminando gli obiettivi di investimento esposti nel PNRR. Si tratta in sostanza, di vedere cosa si intende per “danno significativo” quando si vaglieranno in sede europea i progetti richiedenti un finanziamento.

Stando a quanto dichiarato dall’attivista torinese Luca Sardo ad Huffington Post, ad ora i pochi semafori verdi per FFF provengono da scelte prese a livello europeo: “Con il Green Deal e la Climate Law siamo riusciti a far innalzare gli obiettivi di riduzione delle emissioni dal 40% al 55% al 2030. A livello italiano, invece, vediamo molte adesioni a parole, ma sui temi concreti non c’è alcun passo avanti, servirebbero concretezza e velocità. Paghiamo l’assenza di un soggetto politico forte che abbia al centro queste rivendicazioni”. In Italia gli attivisti di FFF hanno a più riprese cercato l’attenzione del precedente governo. Valentina, giovane studentessa di giurisprudenza e membro del movimento di Torino dalla sua costituzione, dice che il movimento “ha avuto due occasioni di dialogo con Conte sul finire dello scorso anno. Entrambe si sono risolte in un profondo senso di rassegnazione”. Anche il nuovo ministero per la Transizione Ecologica è stato salutato con eufemistica pacatezza: “L’immobilismo che contestiamo è iniziato con gli accordi di Parigi del 2015. Capiremo quando riprenderemo il dialogo con le istituzioni se creare il ministero sia stato davvero un segnale incoraggiante, ma ad ora non vedo una presa di coscienza. L’emergenza che comunichiamo non attende. Chiediamo al più presto piano rigoroso di riduzione di CO2.” continua Valentina.

È presumibile che Fridays For Future, che ha eletto i suoi sei portavoce nazionali pochi giorni fa – tutti compresi tra i 27 e i 14 anni – sarà costretto a lavorare sodo nei prossimi mesi se vuole riacquisire la visibilità che le misure anti-covid hanno condizionato. L’habitat della protesta è mutato, e gli attivisti hanno riferito che l’emergenza pandemica non può essere affrontata alla radice se si continua continua a tergiversare sulla crisi climatica. “Pandemia e giustizia ambientale sono due questioni che vanno affrontate in parallelo,” dice Stefano, attivista Fridays For Future Bergamo. Intervistato durante prima giornata nazionale in memoria delle vittime di covid, Stefano si sta preprando alla moblitazione per la crisi climatica dal centro più funestato della prima ondata pandemica: “Noi parliamo di sindemia. I danni ambientali e l’aggravarsi delle condizioni sociali e di salute sono temi interconnessi”. E cita la polemica riguardante il Parco Ovest di Bergamo, dove FFF insieme a molti altri comitati sta cercando di impedire un massiccio intervento edilizio. “Impedire la perdita di biodiversità e preservare la salute del sottosuolo, limitano la possibilità per nuovi virus di liberarsi o di minacciare l’uomo attraverso il salto di specie. Quel parco è una risorsa fondamentale per noi come per molte altre persone. Giovani e adulti.”

Secondo Valentina, una delle più gravi azioni di disintermediazione da parte della narrazione corrente è presentare le istanze di FFF come la frattura che separa due generazioni: “Non è quello che intendiamo. Anche tra noi ragazzi si avvertono le distanze sul tema. Io e chi è con me possiamo permetterci di manifestare, possiamo permetterci di raccogliere e questa causa. Non penso che si tratti di età, ma possibilità”.

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