È la prima volta che lo sci alpinismo viene inserito come disciplina ai World University Games e nel 2026 esordirà anche come disciplina olimpica.
Le finali di vertical race maschili e femminili che si sono tenute ieri, 19 novembre, sulla pista di Sestriere hanno impresso la nazionale francese nella storia dei giochi universitari. Remi Cantan, primo classificato, ha raggiunto la vetta – lontana 2,2 km dalla partenza – in 13 minuti e 22 secondi. “Sapevo di essere in forma, ma per vincere un oro bisogna comunque riuscire a conquistarlo. Sono contento che la Francia sia andata così bene. Siamo la nazionale migliore nello Ski Moutaineering”, dichiara. Ottimo risultato anche per il concittadino Elliott Robin Saje, arrivato in terza posizione con uno scarto di venti secondi dal primo. Durante la gara l’atleta si era avvicinato a Cantan che però ha accelerato il passo. “A cento metri dal traguardo, Felix – Tobi Gramelsberger – mi ha superato, ma posso accettare anche il bronzo, non è male”.
Nella gara femminile, invece, la stella più luminosa è stata Margot Ravinel. La campionessa ha vinto l’oro in tre discipline differenti: sprint, vertical e staffetta mista. Discipline diverse ma che secondo Ravinel si completano a vicenda: “Per me è difficile fare delle scelte, quindi faccio tutto, così non mi annoio”. Si prospetta un anno d’oro per l’atleta francese, che però è iniziato ben prima: quando a dicembre si è aggiudicata il podio nella Coppa del Mondo. Questo risultato permette – secondo i criteri di selezione francesi – di essere eleggibile per le Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina in programma per il 2026. Riguardo a queste ultime, la posta in gioco è alta: “non voglio pensarci troppo perché mi metterebbe troppa pressione. Se dovesse succedere sarebbe fantastico”.
Secondo posto con 2 secondi e 8 centesimi per la spagnola Maria Ordonez Cobacho che nonostante le condizioni metereologiche – nebbia e neve – ha saputo tener testa alla prima classificata con la quale si è inseguita in tutte le discipline. “Al posto di vincere tre argenti sempre dietro Margot non avrei avuto niente in contrario a vincere anche un oro”, scherza.
Al terzo posto conquista il bronzo l’Italia con Noemi Junod, già figlia d’arte della scialpinista Gloriana Pellissier. Lo dichiara apertamente: lo scopo era portare a casa una medaglia ai Fisu Games. Dello stesso parere è Laura Bettega, coordinatrice delle squadre nazionali di sci alpinismo e responsabile del gruppo azzurro ai giochi che ha creduto in Junod fin dal principio. Il dominio francese nella disciplina ha inevitabilmente portato a riflettere sul movimento scialpinistico nostrano. L’Italia è tradizionalmente legata alle discipline classiche, come dimostra la lunga storia di successi in ambiti più tradizionali e tecnici. Tuttavia, questa forte identità rischia di diventare un freno quando si tratta di adattarsi a nuove modalità di competizione. Mentre in altri Paesi, come Francia e Germania, le nuove generazioni abbracciano queste novità, in Italia si percepisce ancora una certa resistenza, soprattutto da parte degli atleti più esperti che tendono a vedere questo tipo di gara come meno autentiche. “Quello che ci manca, però, è proprio questo: credere in questo tipo di competizioni”.