Sette associzioni denunciano le opacità sui conti di Vita nascente. Il fondo regionale, istituito nel 2022 dalla Regione Piemonte per sostenere le donne in difficoltà che stanno per diventare madri, mette a disposizione finanziamenti da quasi un milione di euro l’anno. Ma senza rendicontazioni dettagliate e, almeno finora, pubbliche. Un tavolo di coordinamento composto da sette associazioni locali – Associazione radicale Adelaide Aglietta, Associazione nazionale partigiani d’Italia, Associazione Europa Radicale, Coordinamento Antifascista Torino, Coordinamento transfemminista contro il carcere, Comitato Mamme in piazza, Non una di meno Torino – ha indetto una conferenza stampa per mettere in luce le criticità dell’iniziativa.
Il nodo principale riguarda la poca trasparenza nell’utilizzo dei fondi pubblici che il bando prevede erogabili agli “enti gestori delle funzioni socio-assistenziali” e a quelli del “terzo settore che operano nel campo della tutela materno-infantile”. A ciascuno, nel 2024, il fondo ha destinato oltre 58 mila euro, concessi in forma anticipata, nonostante quasi tutti i progetti chiedessero una cifra inferiore. È quanto emerge dai documenti di cui è venuto in possesso il tavolo di coordinamento dopo aver presentato, lo scorso giugno, una richiesta unica di accesso civico generalizzato alla Regione Piemonte.
Secondo Maria Chiara Acciarini, parte della segreteria del Coordinamento antifascista, la risposta è stata parziale: pur avendo fornito una copia dei progetti presentati dalle associazioni e delle rispettive rendicontazioni, questi risultano piuttosto generici. Inoltre, la Regione non ha fornito alcuna documentazione sulle modalità di accertamento dei titoli in possesso dei volontari. E sarebbe importante che una parte delle risorse venisse destinata alla verifica della professionalità dei soggetti che interagiscono con le donne in fasi delicatissime. Nessuna risposta neppure sui dati relativi ai consultori pubblici, cessati o attivi, tra il 2020 e il 2025.
La sensazione è che manchi un “progetto di vita”. Il bando si propone di sostenere le neo mamme nei primi tre anni del bambino, ma come sottolinea Acciarini, cosa succede quando ne compie quattro? Stando alle analisi del coordinamento sulle rendicontazioni fornite, la cifra messa a disposizione dal fondo per il 2024 (940 mila euro) è stata utilizzata per sostenere 625 donne, destinando a ciascuna di loro un importo pari a 1500 euro in un anno, poco più di 100 euro al mese. Secondo Acciarini, serve un progetto che vada oltre, perché mentre scarseggiano le risorse per servizi sociali e consultori, “vengono finanziate associazioni che attaccano, nei loro stessi statuti, la legge 194/78 (che disciplina l’interruzione volontaria di gravidanza) e quindi la libertà delle donne”. Vista la situazione, il coordinamento sta lavorando a un esposto da presentare alla Corte dei conti per danno erariale.