Vietato entrare. Vietato uscire. Fondi, cittadina in provincia di Latina che conta circa 40 mila abitanti, è la prima città del Centro Italia a diventare zona rossa. La decisione di blindare il paese è arrivata con un provvedimento della Regione Lazio dopo che la direzione regionale salute ha stimato che circa l’1% degli abitanti di Fondi risulterebbe positivo al Covid-19. Le rilevazioni dell’Asl locale nella giornata di ieri, 19 marzo, hanno registrato 50 casi positivi, 192 persone in sorveglianza attiva e 760 in isolamento.
“Purtroppo l’applicazione di un tale provvedimento non poteva essere procrastinata, considerata l’estrema criticità della situazione, sia per quanto riguarda l’elevato numero di contagi rispetto al numero di abitanti che il conseguente rischio di rapida diffusione […]. L’ulteriore diffusione del virus deve essere doverosamente scongiurata in tutti i modi perché da diversi giorni il numero dei contagi registrava una crescita tale da richiedere un intervento drastico per arginare il contagio” ha spiegato il vicesindaco di Fondi Beniamino Maschietto.
L’uomo ha raccontato come l’amministrazione comunale avesse già espresso alla ASL e alla Regione Lazio alcune considerazioni sulla necessità di “mettere in campo azioni più incisive per il monitoraggio sanitario nel Comune”. “Abbiamo chiesto di accedere ai dati relativi sia ai soggetti contagiati che di quelli in sorveglianza attiva e in isolamento domiciliare, al fine di verificare con puntualità che si ottemperasse alle disposizioni ricevute riguardo all’obbligo di isolamento o quarantena domiciliare e, conseguentemente, di supportare nel migliore dei modi la ASL. Purtroppo tale possibilità sinora non ci era stata concessa in ottemperanza alle norme di tutela della privacy” ha sottolineato Maschietto. Solo ora dunque, con il nuovo provvedimento della Protezione Civile, il Comune può accedere ai dati dei contagiati e di quelli in isolamento domiciliare.
Ma che cosa è realmente successo a Fondi? Perché un centro di 40 mila abitanti registra un così alto numero di casi positivi, tale da portare la regione Lazio a dichiarare Fondi zona rossa così come accaduto Codogno (che però registrava al tempo un tasso di contagio inferiore a quello di Fondi, e cioè dello 0,9%)? Ad originare una prima diffusione del contagio era stata una festa di Carnevale, svoltasi il 25 febbraio scorso in un Centro Anziani, a cui erano presenti circa una sessantina di persone in età avanzata. Il 6 marzo successivo le autorità sanitarie avevano riscontrato due tamponi positivi fra i partecipanti e altri tre fra i loro famigliari. Pochi giorni dopo poi era deceduta una donna di 90 anni. Ma non è tutto. La Asl della provincia di Latina, stando al bollettino di ieri, è quella più colpita nel Lazio, con 135 tamponi positivi sugli 834 registrati in tutta la Regione.
“Non mi stupisce che Fondi sia diventata zona rossa. Sono almeno tre settimane che sui social network denuncio una totale anarchia nel comportamento – racconta Adalgisa, 29 anni, giornalista di origini fondane, che ora però vive a Roma -. Avevo fiutato che la situazione era fuori controllo dopo che era emersa la notizia del carnevale al centro anziani e di conseguenza i primi casi di contagio. Sentivo da persone a me vicine e originarie del posto che le precauzioni prese non erano abbastanza”. Da qui la scelta, presa tre settimane fa, di rimanere a Roma e anzi, di far trasferire anche la madre, da Fondi nella Capitale. “Avevo capito la pericolosità della situazione e così ho deciso di far venire da me mia madre, che vive sola a Fondi. Anche perché, con la città blindata, sarei stata impossibilitata a tornare da lei”. Adalgisa racconta anche come a Fondi le misure restrittive seguite al Decreto emanato dal premier Conte non siano mai state rispettate. “Quello che mi dicono le persone che vivono a Fondi è che fino a ieri la gente girava come se nulla fosse e anche oggi ci sono molte persone nelle strade” conclude Adalgisa.