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Free Palestine: un corridoio sanitario fra Torino e Gaza

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Il grido “Palestina Libera” riecheggia in piazza Palazzo di Città mentre decine di bandiere, scarpe, fantocci e peluche vengono disseminati sotto la statua del Conte Verde e sporcati di vernice rossa a ricordo del sangue delle vittime del conflitto che da oltre cento giorni imperversa nella striscia di Gaza. È il flash mob organizzato lunedì 15 gennaio dal coordinamento “Torino per Gaza” per richiedere l’istituzione di un corridoio umanitario e sanitario tra la striscia e il capoluogo piemontese in virtù del gemellaggio siglato tra le due città nel 1999 “per sostenere e appoggiare il processo di pace in Medio Oriente”.

“Senza colori, senza nazioni e senza religioni, anche con culture e credenze molto diverse, siamo qui per ribadire che siamo prima di tutto esseri umani“. Un rappresentante del coordinamento promotore pone l’attenzione sui tanti che hanno perso la vita nella striscia di Gaza: “I nomi dei morti scritti sui fogli qui a terra non sono numeri – lo ripete per due volte -, sono uomini e donne come noi, genitori e figli come noi, ciascuno col diritto alla libertà, alla patria e al lavoro”.

Le reazioni della politica

Dall’inizio degli scontri tra le truppe israeliane e i miliziani di Hamas, Torino ha manifestato più volte e in più modi diversi la propria vicinanza alla questione palestinese, come dimostrano le tante iniziative popolari a sostegno delle vittime civili, soprattutto donne e bambini. Dopo il flash mob sotto la sede del municipio, una delegazione di attivisti del coordinamento ‘Torino per Gaza’ è stata ricevuta dai capigruppo e dal sindaco Stefano Lo Russo in avvio di seduta del Consiglio.

La decisione ha spaccato in due la Sala Rossa. Giovanni Crosetto (Fratelli d’Italia) critica aspramente l’interruzione del Consiglio e l’aver dato ascolto a “manifestanti di chiaro stampo antisemita”, accuse rispedite al mittente da Alice Ravinale (Sinistra Ecologista): “il coordinamento ‘Torino per Gaza’ raccoglie oltre cento realtà torinesi che chiedono il cessate il fuoco e l’attivazione di aiuti sanitari”. Da Nadia Conticelli (Partito Democratico) l’appello affinché “siano garantiti corridoi sanitari per la città di Gaza per raggiungere e, se necessario, ospitare le vittime più fragili della guerra”. “Dare supporto a Israele, non significa essere contro la Palestina o contro il popolo palestinese – ha affermato Domenico Garcea (Forza Italia)-. Al contrario, la popolazione palestinese è da considerarsi vittima del terrorismo di Hamas”.