Quando ha cominciato l’esperienza da volontario, nel 2006, Michele Calleri, presidente dell’associazione Volo 2006, era ancora studente universitario. Da allora ha sempre continuato a ritagliarsi uno spazio da dedicare al volontariato. E non poteva certo mancare l’appuntamento con i Fisu Games torinesi: “Con gli organizzatori abbiamo concordato un ruolo compatibile con il mio impiego e mi è stato quindi assegnato il ruolo di autista”.
Un viaggio cominciato per caso, quello di Calleri nel mondo del volontariato: “Quando i miei amici mi proposero di partecipare come volontario alle Olimpiadi di Torino 2006 ero scettico, ma dopo la prima esperienza non mi sono più fermato”.
Anche Alessandra Aires, altra volontaria di Volo 2006, si è avvicinata al mondo del volontariato in maniera casuale, quando nel 1992 si è lasciata contagiare dall’entusiasmo di un’amica che aveva prestato servizio alle Olimpiadi di Barcellona. Quando l’occasione si è presentata nella propria città, Alessandra non ha esitato candidarsi come attaché e nel corso degli anni è diventata, grazie all’esperienza accumulata, un’esperta nella gestione delle delegazioni straniere. Ai Fisu Games 2025, ha avuto l’onore di essere una delle tedofore e in questi giorni accompagna la delegazione della regione metropolitana del Reno Ruhr, che ospiterà i Fisu Games estivi tra pochi mesi: “Sono venuti per visionare e imparare, ma in realtà sono già molto organizzati e preparati!”.
Il volontariato è una “palestra di formazione” e non significa, specialmente nel mondo dello sport, prestare solo un servizio, ma anche “costruire rapporti che si consolidano nel tempo”. Nel 2006, Calleri ha conosciuto il sudafricano Kelly Fairweather, all’epoca direttore sportivo del Comitato olimpico internazionale e oggi Ceo dell’ITF, Federazione internazionale tennis, con il quale è rimasto in contatto ancora oggi.
I Fisu Games coinvolgono volontari nei settori più disparati: dai trasporti alla gestione accrediti passando per il settore del catering e la cura dei sistemi tecnologici. Secondo Michele, professionista nel settore dell’informatica, l’apporto della tecnologia ai Fisu Games è fondamentale, e rispetto all’Universiade invernale del 2007 il salto di qualità è evidente e indispensabile per coordinare il buon numero di volontari, che ammonta a circa 2000.
Nonostante i cambiamenti intercorsi dai primi Giochi universitari ospitati da Torino a oggi, Luca Rolandi – autore del libro “Quelli che costruirono i Giochi. Un racconto inedito di Torino 2006”, che ha contribuito alla gestione dell’ufficio stampa del Toroc, Comitato per l’organizzazione delle Olimpiadi del 2006 – sottolinea come le Olimpiadi del 2006 abbiano rappresentato uno spartiacque nel modo di percepire il volontariato. La passione e l’amore per il territorio, da quel momento in poi, hanno rappresentato il motore motivazionale che spinge tuttora i cittadini a partecipare, in qualità di volontari, a eventi che garantiscono alla città una vetrina a livello internazionale.
Anna Mais, segretaria e tesoriere di Volo 2006, conferma l’impatto degli eventi sportivi sul mondo del volontariato, spiegando come la personale adesione al gruppo nato in seguito ai Giochi abbia cambiato la propria concezione di volontariato: “Prima pensavo che il volontariato potesse essere solo di tipo sociale e assistenziale”, mentre ora “sento di appartenere a un gruppo il cui principale obiettivo è sempre stato quello di promuovere e aderire a manifestazioni che potessero presentare ripercussioni positive sul territorio”.
Senso di appartenenza e passione sono due aspetti mai venuti meno dal 2006 in poi nel mondo del volontariato torinese. Volo 2006 conta oggi 230 iscritti, un numero che certifica la rilevanza dei suddetti valori tra i cittadini, soprattutto se, come spiega Michele, “si pensa che l’idea iniziale era quella di trovarsi tra amici, mangiare una pizza e dare un piccolo contributo”.
Volontariato e sport sono sinonimo di apertura, in linea con i valori promossi da manifestazioni come Olimpiadi e Fisu Games: Alessandra, attaché della delegazione taiwanese alle Universiadi del 2007, ha coltivato rapporti duraturi, tanto che nel 2024 è andata a Taipei dove ha rivisto gli amici conosciuti 17 anni prima. Lo spirito olimpico, unito a quello universitario e volontaristico, ha promosso relazioni culturali e interpersonali, contribuendo al superamento delle barriere tra popolazioni.