Vittoria a sorpresa per le ragazze della Repubblica ceca, che battono il Canada dopo una finale ad altissima intensità. La partita si rivela fin da subito molto equilibrata, con entrambe le formazioni che mettono in luce tutta la propria abilità tecnica. Le canadesi appaiono in controllo e tentano da subito molti più tiri in porta delle avversarie. Ma tutto è vanificato dalla splendida partita giocata da Julie Pejsova, portiere della Repubblica Ceca, che riesce a innalzare un muro davanti alla propria porta.
Il match prosegue sullo 0-0 per i primi due quarti: il Canada concede qualche contropiede di troppo, ma le ragazze ceche non riescono a sfruttare le occasioni da goal. La fisicità del gioco è altissima, e le lotte davanti alle rispettive porte diventano ancora più intense con l’avanzare del tempo, tanto da richiedere più volte l’intervento dei tecnici per fissare nuovamente le porte al ghiaccio. Con l’intensità sale anche la tensione, e le ragazze di entrambe le squadre iniziano a mostrare evidente frustrazione. Finalmente, a otto minuti dalla fine del terzo periodo, la partita si sblocca, con la Repubblica Ceca che segna il primo punto. Ma è qui che comincia il bello: dopo 40 minuti di schermaglie in giro per il campo, alle canadesi bastano 40 secondi per pareggiare il risultato, portandosi sullo 1-1.
Gli arbitri fischiano la fine della partita: si andrà ai supplementari. Altri 20 minuti di gioco, ma questa volta in campo ci saranno soltanto tre attaccanti e un portiere per squadra. Le prime a segnare, vincono. Le ragazze di entrambe le squadre danno tutto, giocando questi ultimi minuti con l’energia del primo periodo. Nonostante lo splendido gioco del Canada, le parate di Pejsova sono davvero da capogiro e, alla fine, le ragazze di coach Jan Lucak trovano uno spiraglio nelle maglie della difesa avversaria e riescono a segnare. La partita termina 2-1: oro per la Repubblica Ceca, dopo una solida prestazione di squadra, mentre le canadesi si devono accontentare dell’argento.
“Chiaramente, questo non è il risultato che volevamo”, ha dichiarato nel post-partita Scout Watkins Southward, capitana del Canada, “è la legge dello sport, a volte le cose non vanno come vuoi a prescindere da quanto ti impegni. Perdere mi spezza il cuore, ma sono davvero orgogliosa del nostro lavoro, dell’hockey che abbiamo giocato e di come abbiamo rappresentato il nostro paese. Avere l’opportunità di giocare a questi livelli vestendo questa maglia è per me un onore immenso. Lo sognavo da quando avevo tre anni. Questi sono i miei secondi Fisu Games ed entrambe le volte l’esperienza è stata fantastica.”
Anche Julia Pejsova, probabilmente la migliore giocatrice della partita, si è fermata a parlare con noi: “Sono ancora scioccata, devo ancora realizzare quello che abbiamo fatto. Non so se ho giocato così bene, ho una gran confusione in testa al momento: per me tutto quello che conta è dare alle mie compagne l’opportunità di segnare. Non importa se sono due parate o dieci, io devo dare loro una chance per vincere. Oggi credo di averlo fatto, anche se ho commesso qualche errore. È stato davvero un onore poter rappresentare il mio paese è vestire questi colori, per me è davvero importante” ha sottolineato, rivelandoci poi qualche indizio sul suo futuro “non posso dire molto adesso, ma ci sono buone probabilità che riesca a firmare con una squadra di livello la prossima stagione. Per me sarebbe fantastico perché l’hockey è la mia vita, ma vorrei comunque cercare di terminare gli studi. Il mio sogno, oltre all’hockey, è di diventare psicologa.”
Terzo posto per il Giappone
A sfidarsi per il terzo posto c’erano invece le squadre del Giappone e della Slovacchia. Le due formazioni partono forte, con le giapponesi che riescono a segnare il primo goal dopo appena dieci secondi dall’inizio del match. Le ragazze della Slovacchia cercano in tutti i modi di ritornare in partita, sfruttando bene la propria fisicità: a cinque minuti dalla fine del primo periodo, trovano finalmente il goal e tornano negli spogliatoi sul risultato di 1-1.
L’equilibrio dura pochissimo: la nazionale giapponese segna un altro goal nel primo minuto del secondo periodo, portandosi sul 2-1. Da lì in poi, la partita diventa unidirezionale. La squadra slovacca è incapace di reagire e si trincera a difesa della propria porta, con solo qualche accenno di attacco disperato nei secondi finali del secondo e del terzo periodo. Nonostante l’enorme mole di tiri in porta tentati dal Giappone, la difesa slovacca regge e il match prosegue senza ulteriori stravolgimenti. La partita termina 2-1, con le ragazze nipponiche che si portano a casa il terzo posto e la medaglia di bronzo.
“Siamo molto felici del risultato. Ci eravamo poste un obbiettivo ambizioso quado siamo arrivate: chiudere il torneo con una medaglia. Non è stato facile, abbiamo perso alcune giocatrici per infortuni dopo i primi match, ma proprio per loro abbiamo voluto giocare ancora più intensamente. E ci siamo riuscite”, ha commentato la capitana giapponese Kyoka Tsutsumi, aiutata nella traduzione inglese dalla compagna di squadra Shieru Higuchi, “siamo entrate in questo torneo da sconosciute, nessuno si aspettava niente, e questo ci ha dato la carica”.






