Filiberto Selvi, 18 anni e una grande passione per la magia, che cerca di trasmettere al pubblico delle sue esibizioni. Il suo talento l’ha portato al titolo di campione italiano di magia nel 2017. Domani – 14 febbraio – tornerà in scena a Torino a Le MusicHall, il nuovo teatro diretto dal maestro Arturo Brachetti, con uno spettacolo dedicato a San Valentino, la festa degli innamorati.
Filiberto, che spettacolo sarà?
In vista delle nuove date del Gran Varietà, che ha avuto grande successo, io, Mr Bang e Le Due e Un Quarto daremo vita a un mix di comicità, poesia e magia. Sarà uno spettacolo con personaggi eccentrici, che celebrano l’amore in tutte le sue sfaccettature. Con i miei numeri tra illusione e musica, rappresento il lato dolce e romantico del vero amore.
È cresciuto al Circolo amici della magia di Torino.
Tutto è iniziato per caso. Avevo 7 anni e mia mamma mi ha portato al circolo. Sono rimasto affascinato da quello che mi circondava. La prima persona che ho incontrato è stato un mago, che mi ha incantato facendomi vedere un trucco con una moneta.
Definisca la sua passione.
Condividere il mio stupore con gli altri. Da quel giorno è questo che mi muove. Aggiungo che bisogna sempre credere nei propri sogni e metterci il cuore.
Quando ha deciso che sarebbe stata la sua strada?
All’inizio non ci credevo tanto, poi a 11-12 anni ho cominciato a creare da solo i miei show e a partecipare ai concorsi. Lì ho capito che poteva diventare il mio lavoro.
La sua famiglia ha accettato la scelta?
Mi hanno sempre assecondato, ma soprattutto supportato. Il clan Selvi mi segue ovunque nei miei viaggi, anche all’estero.
Quante ore si allena alla settimana?
Provo per circa 5 ore al giorno, tutti i giorni. La manipolazione, che è la mia specialità, è impegnativa. Ci sono tipi di magia che occupano meno tempo, come le “grandi illusioni”.
Prova 5 ore al giorno, è primo violino al Sermig e fa teatro: ha tempo per studiare?
L’anno scorso ho dato la maturità, appena prima del campionato italiano. Ho voluto finire, ma a scuola ero sempre distratto, perché la prima passione è la magia. Vorrei fare l’università, ma per ora continuo il mio periodo sabbatico, lavorando.
A chi si ispira?
Xavier Mortimer, un artista francese che si esibisce a Las Vegas. In Italia il grande Silvan e Arturo Brachetti, che mi ha dato una mano nella presenza scenica, per vincere il titolo italiano. A dire la verità non vedo molti spettacoli di magia. Secondo me guardare i colleghi blocca la creatività: alla fine cerchi di copiare quello che fanno. Bisogna coltivare l’originalità.
Come si prepara il giorno della spettacolo? Ha un gesto scaramantico?
Faccio un’ora e mezza di preparazione e di riscaldamento delle mani. Prima di salire in scena mi do due schiaffi, per concentrarmi su quello che devo fare: creare l’illusione.
Come vede il suo futuro?
Non so che cosa aspettarmi. Il titolo italiano mi ha ripagato di anni di lavoro. È difficile immaginare quanto tempo e quanti sacrifici ci siano dietro un’esibizione. Spero di migliorare sempre di più con il lavoro e con i sacrifici, sfruttando le situazioni che arrivano all’improvviso. Mi aspettano i campionati europei, poi mi piacerebbe andare ai mondiali di magia tra 4 anni.