Il festival musicale che immagina nuove società. Torna a Collegno il Flowers Festival

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Building a new society, questo è il titolo della prossima edizione di Flowers Festival che si terrà nel Cortile della Lavanderia a Vapore del Parco della Certosa di Collegno dal 27 giugno al 20 luglio e che oggi, 14 maggio, è stato presentato alla stampa. Tra i grandi nomi annunciati ci sono Ezio Bosso, che dirigerà l’Europe Philarmonic Orchestra, ed eseguirà la V Sinfonia di Beethoven e un suo pezzo inedito; Jack Savoretti, cantante primo in classifica in Inghilterra e che sarà a Collegno per la sua unica data estiva; il compositore di colonne sonore Yann Tiersen e Joan Baez, per l’unica data italiana del suo ultimo tour prima del ritiro dalle scene.

Il Flowers Festival non vuole essere solo intrattenimento: gli artisti che parteciperanno fanno parte di una storia che la manifestazione vuole raccontare. Se nei due anni passati si è cercato di parlare, attraverso musica e arte, di Franco Basaglia e della sua legge, quest’anno il tema è trovare un modo per costruire un nuovo senso di appartenenza. “Le fondamenta della nostra società non sono più liquide – ha detto il direttore artistico Fabrizio Gargarone – ma friabili e tutto rischia di crollare”. “Ciò che unisce le persone è la musica” ha detto ancora il direttore e ha voluto ricordarlo facendo riascoltare nella sala del Circolo dei Lettori il discorso che Ezio Bosso ha tenuto al Parlamento Europeo il 27 giugno scorso: “Noi che dedichiamo la vita alla musica sin da piccoli frequentiamo tedeschi, austriaci, belgi, francesi. Per noi non esistono confini e da sempre i compositori viaggiano per il mondo. Questa comunità dunque ce l’abbiamo a portata di mano. Già Beethoven sognava un’Europa unita. L’Europa è un’orchestra e le radici musicali sono i rami più profondi che ci uniscono”.

Ogni musicista porterà la sua storia al Festival, il suo modo di immaginare una nuova società da costruire. Joan Baez canterà per l’ultima volta in Italia le sue battaglie pacifiste, che ha combattuto da quando ha conosciuto Bob Dylan. Yann Tiersen invece vive ormai da anni sull’isola bretone di Ouessant, popolazione 800 abitanti, con la compagna e il figlio. Qui ha comprato l’unico dancing dell’isola e ne ha fatto uno studio di registrazione con bar, per unire i grandi artisti che vanno ad incidere lì i loro album e gli isolani. Simile è il lavoro che ha fatto Olafur Arnalds, che nel suo paesino a 20 km da Reykjavik ha fondato uno studio che ospita artisti da ogni parte del mondo. Oppure il leader degli Ex-Otago, Maurizio Carucci, che da anni fa il contadino sull’Appennino, o Jack Savoretti, primo cantante di origine italiana a entrare in classifica con un album pubblicato in Inghilterra e che ha lasciato Londra per l’Oxfordshire.

Ma ci sarà spazio anche per spettacoli teatrali, come quello di Giuseppe Cederna sulla figura di Ulisse, che leggerà tutte le parti dell’Odissea in cui l’eroe fa naufragio e puntando i riflettori sull’assistenza, aiuto e la gentilezza che riceve in ogni occasione.

Anche la Regione Piemonte sostiene l’evento: “Cultura e arte militante sono importanti in un momento come quello in cui viviamo. Siamo di fronte a ciò che non avremmo mai voluto vedere. Che un ministro degli interni si renda protagonista di spot come il concorso ‘Vinci Salvini’ non è immaginabile neanche negli incubi peggiori. C’è bisogno di immaginare molto alto. E c’è molto altro. C’è bisogno di un linguaggio politico diverso e arte e cultura sono fondamentali”, ha detto l’assessore alle Politiche giovanili, alle Pari opportunità, ai Diritti civili e all’Immigrazione, Monica Cerutti.

Importante all’interno dell’evento è anche il luogo, il Parco della Certosa di Collegno, che per tanto tempo ha ospitato il manicomio e che dalla sua dismissione, 40 anni fa, il comune ha cercato in molti modi di riabilitare. Oltre il Festival, ad esempio, la Lavanderia a Vapore ospita una scuola di danza, che fa parte dell’European Dancehouse Network, rete europea delle Case della Danza.“Crediamo che l’arte e la cultura possano cambiare i luoghi e valori nei quali viviamo, unendo il popolo contro chi usa valori razziali per dividere la società – ha detto il sindaco Francesco Casciano –. Per questo stiamo recuperando la stireria e il laboratorio di cucito, che stanno nello stesso cortile della Lavanderia a Vapore. In questo modo fare il giro della corte sarà come fare il giro del mondo”.

Dello stesso parere è Matteo Negrin, Direttore della Fondazione Piemonte dal Vivo, che insieme alla Fondazione Crt sostiene l’evento: “Si è portato l’ex centro manicomiale all’uso più distante da quello storico. Dobbiamo essere riabilitatori di contesti, operatori culturali che cercano di riflettere su argomenti e il Flowers Festival ha individuato una comunità di giovani che ogni anno riflettono su loro stessi”.

In questo senso bisogna intendere le parole finali del discorso al Parlamento Europeo di Ezio Bosso: “La musica ci insegna ad ascoltare. Il vero musicista non è quello che suona più forte, è quello che ascolta di più l’altro”.

 

JACOPO TOMATIS