In occasione della Giornata Nazionale contro gli sprechi di cibo, il Festival del Giornalismo Alimentare, presentato ieri, 5 febbraio, si assume la responsabilità di lanciare una petizione su Change.org – la più grande piattaforma per il cambiamento sociale – per diminuire sempre più la produzione di rifiuti alimentari. L’intento, come ha annunciato Massimiliano Borgia, direttore del Festival che si terrà dal 20 al 22 febbraio, sarà proporre una legge che renda obbligatoria la distribuzione di doggy bag in ogni luogo in cui viene servito del cibo, dai ristoranti ai festival. “Sarà proprio uno dei grandi temi dell’edizione di quest’anno,” ha continuato Borgia. “Anche noi, quindi, forniremo una food bag, al cui interno troverete un decalogo dei buoni comportamenti per conservare il cibo”.
In Italia lo spreco alimentare vale ogni anno dai 300 ai 400 euro per famiglia ed è per questo che il Festival ha deciso di affrontare il problema concretamente.
Un’altra novità di quest’anno sarà la diffusione del primo report sulla presenza del cibo nei media italiani. I dati, raccolti da l’Eco della Stampa e commentati da Guia Beatrice Pirotti, coordinatrice del Master of Management in Food & Beverage dell’università Bocconi, analizzeranno un anno di contenuti e articoli a tema sui media nazionali, misurandone l’impatto e valutando le modalità di informazione.
Per la sua quinta edizione, il festival torinese cambia casa e dal Centro Torino Incontra, si sposta al Centro Congressi del Lingotto per tre giorni densi che vedranno confrontarsi circa 170 esperti tra giornalisti, istituzioni, imprenditori, foodblogger, influencer e chef. Oltre ai 35 panel di lavoro, il percorso proseguirà attraverso gli eventi off, gli incontri B2B e i laboratori pratici. Tra gli ospiti più attesi, Chef Rubio che di ritorno da Medio Oriente si racconterà nel corso di un’intervista esclusiva.
“Le buone ragioni per esserci sono tante,” ha concluso Donatella Barus, direttrice del magazine della Fondazione Umberto Veronesi, partner del festival. “I cittadini hanno bisogno di essere informati perché mangiare bene fa anche stare bene”.