Aggiornamento delle 16.45
Il sindacato parla di una svolta nel negoziato, con aumento delle distanze. Riportiamo la dichiarazione di Francesca Re David, segretaria generale della Fiom-Cgil:
“Siamo ad un punto di svolta nell’andamento del negoziato. Dall’incontro di oggi con le direzioni aziendali di Fca, Cnhi e Ferrari presso l’Unione degli Industriali di Torino è emerso che siamo lontani sui singoli contenuti della piattaforma e sul modello di relazioni sindacali. Ad oggi le posizioni si sono dimostrate inconciliabili sul ruolo negoziale dei delegati.
Nei prossimi giorni la Fiom riunirà il coordinamento nazionale dei delegati per una valutazione condivisa sullo stato del confronto in vista dell’incontro con le direzioni aziendali già stabilito per il 26 febbraio. La Fiom continua ad essere convinta della necessità di un confronto sul piano industriale e occupazionale, l’urgenza della situazione chiede all’azienda e al Governo l’avvio di un tavolo visto l’aumento dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali e il calo del mercato dell’auto”.
Così Edi Lazzi, segretario provinciale della Fiom-Cgil:
“Oggi sono emerse in modo chiaro le distanze siderali che ci sono tra la FIOM-CGIL e FCA/CNHI in merito all’impianto del contratto di lavoro specifico applicato nel gruppo. Un impianto che nega il ruolo contrattuale e di rappresentanza dei lavoratori da parte dei delegati sindacali interni agli stabilimenti e conferma il meccanismo sanzionatorio alle organizzazioni sindacali firmatarie. Inoltre sui singoli punti di merito, come orario di lavoro, salario, premialità le proposte fatte sono state sostanzialmente respinte dalla controparte. Anche sul piano industriale e sulla piena occupazione, che è il primo punto delle nostre richieste, non si sono fatti passi avanti. Adesso serve mobilitarsi con i lavoratori. Nei prossimi giorni faremo assemblee e volantinaggi ai cancelli in preparazione di un’iniziativa che accenda i riflettori sulla situazione disastrosa del settore automotive e in particolare di FCA. Iniziativa che parlerà alla città, alle Istituzioni, al Governo perché non è più tollerabile stare fermi a guardare lo sgretolamento continuo dell’economia del torinese”.
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Sta faticosamente ripartendo il dialogo tra Fca e Fiom. Nell’era post Marchionne, i vertici aziendali tornano a sedersi al tavolo con i sindacalisti dei metalmeccanici Cgil, strenui nemici della linea indicata dall’ex CEO. Ma a parte l’aspetto simbolico non ci sono molti segnali di ottimismo.
È la terza volta in un mese che le delegazioni si ritrovano nelle salette sindacali dell’Unione Industriale, in via Fanti. L’incontro fra Fca Cnh Industrial e Ferrari con i vertici Fiom ha al centro ancora il rinnovo del contratto: poco dopo le 11 sono arrivati Francesca Re David, confermata segretaria generale del sindacato dei metalmeccanici della Cgil nel dicembre scorso, il segretario nazionale e responsabile automotive Michele De Palma e il segretario della Fiom torinese Edi Lazzi.
I sindacalisti non sembrano fiduciosi sull’esito del confronto: “Non possiamo essere ottimisti sul rinnovo di un contratto di cui non siamo firmatari e non ci sembra che l’azienda abbia intenzione di rivedere il modello che ci ha impedito di firmare l’accordo, così come non siamo ottimisti sulle questioni industriali e in particolare di Torino e Mirafiori: il piano industriale già era debole e sicuramente non ne risolveva i problemi, le vendite sono in calo, la situazione è complicata e ci sembra che correremo il rischio che anche stavolta Fca nemmeno ci provi a rispettarlo, il piano industriale. Non siamo ottimisti né sul questo né sull’esito dell’incontro”, afferma Re David.
Qualche spiraglio di dialogo però c’è: “Riconosciamo che questa, volta a differenza che in passato, gli incontri con la Fiom ci sono e sono di merito. Oggi pensiamo di fare il punto su vari aspetti che riguardano la piattaforma. Ci sono delle luci, ad esempio la nostra richiesta di aumentare la paga base”, spiega la sindacalista.
“La priorità è assolutamente quella del piano industriale: nella piattaforma di rinnovo del contratto l’abbiamo messa al primo punto. È prioritaria la piena occupazione, che al momento negli stabilimenti italiani non c’è e in particolar modo in alcuni tra cui quelli torinesi, come la Maserati e la carrozzeria; c’è bisogno di ottenere garanzie sugli investimenti e sulle nuove produzioni per arrivare finalmente a reintegrare tutti i lavoratori e le lavoratrici che in questi anni hanno fatto tantissima cassa integrazione”, aggiunge Lazzi.
Al tavolo, in rappresentanza dell’azienda, ci sono Pietro De Biasi responsabile relazioni industriali FCA e Vincenzo Retus responsabile relazioni industriali Cnh Industrial.