“Fatica e gioco di squadra per il mestiere più bello del mondo”

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L’incontro di Federico Ferri, direttore Sky Sport Italia, con gli studenti del Giorgio Bocca

“Quello del giornalista è un mestiere di fatica. L’elemento qualitativo, il guizzo, è importante. Ma la differenza, soprattutto all’inizio, la fa chi lavora e conosce di più”. I continui cambiamenti della professione, l’accesso alle redazioni e il modo di essere giornalista nelle parole di Federico Ferri, direttore di Sky Sport, durante l’incontro con gli studenti del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino.

Il segreto, soprattutto in questo momento storico, è avere la disponibilità ad uscire fuori dalla propria comfort zone per conoscere tutto quello che è necessario. Essere multimediali e non più ancorati a un mezzo specifico, saper mescolare le competenze con le novità, la creatività con le conoscenze tecniche, e avere l’obiettivo di diventare indispensabili. “Quando ci si approccia al lavoro di giornalista si pensa alla scrittura e solo dopo al mezzo di comunicazione specifico – le parole di Ferri -. Saper scrivere conta, ma il punto è l’approccio al lavoro. Non solo dove farlo, dalla tv alla radio fino ai social network, ma come farlo. L’accesso alla professione è molto complicato, e oltre alla determinazione serve capire dove ci si trova, cosa si può fare per essere utili alle persone con cui si lavora e diventare indispensabili. La battaglia è sul tempo e la concentrazione da dedicare alla professione. Prima viene la disponibilità, la capacità di essere resistente. Oggi c’è bisogno di puntare sui giovani, ma non è facile trovarne pronti, disponibili e con la voglia di essere i primi ad arrivare e gli ultimi ad uscire”.

Le regole per diventare giornalisti sono cambiate, avere qualità senza riuscire ad essere eclettici non basta: serve gioco di squadra e la capacità di essere utili al gruppo in cui si lavora. “Esaltare il contenuto scritto anche da altri è centrale e significa riuscire a fare squadra. Un aspetto fondamentale della mentalità del giornalista è sentirsi appagato dalla realizzazione del lavoro di gruppo, anche se manca la propria firma in pagina”. Lavoro e ambizione, disponibilità e voglia di migliorarsi sempre utilizzando strumenti diversi per risultare diversi dagli altri. “Imparare ad usa la grafica, la musica, le immagini, le opportunità di arricchimento del contenuto offerte dalla tecnologia, essere multimediali, sono aspetti centrali. Il lavoro del giornalista è molto articolato, ci sono tante qualità che vanno valorizzate e che oggi sono particolarmente ricercate. Non bisogna limitarsi: serve conoscere tutto quello che è necessario. Bisogna sporcarsi le mani. Nel mondo del lavoro, oggi la capacità di essere “nuovi” è molto importante. L’essere pronti a cogliere quello che c’è e volerlo raccontare è la base da cui partire per fare questo mestiere in tutte le nuove declinazioni che richiede”.