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Fase 2: cosa prevede il nuovo decreto tra riaperture e grandi esclusi

Intorno alle 20:20 di ieri sera, domenica 26 aprile, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha illustrato in conferenza stampa da Palazzo Chigi la Fase 2 del piano di gestione dell’epidemia di coronavirus.
Il decreto entrerà in vigore il 4 maggio e sarà valido fino al 17 dello stesso mese.

Le nuove misure

A ripartire saranno gran parte delle attività industriali tra cui il settore manifatturiero, quello tessile e quello dell’automotive. Riapriranno anche i cantieri e il commercio all’ingrosso la cui attività è funzionale agli altri settori. Ma già da oggi, 27 aprile, sarà possibile avviare operazioni propedeutiche alla loro ripartenza, come la disinfezione degli ambienti e le procedure di messa in sicurezza dei lavoratori.

Bar e ristoranti restano ancora chiusi, ma sarà consentita l’attività di ristorazione d’asporto: sarà cioè possibile ordinare cibo da asporto, rispettando le distanze di sicurezza. il cibo non potrà essere consumato sul posto, ma a casa o sul luogo di lavoro.

Riguardo agli spostamenti cambia poco rispetto alla fase 1. Sarà possibile andare a trovare i propri congiunti, sempre rispettando le distanze di sicurezza ed evitando i “party privati familiari”. Sarà permesso rientrare al proprio domicilio o residenza alle persone che erano rimaste bloccate all’inizio della quarantena. Gli altri spostamenti consentiti rimangono quelli per motivi di salute, di lavoro o di necessità e sempre all’interno della propria regione. Resta obbligatoria l’autocertificazione per altre due settimane.

Con la fase 2 sono di nuovo permesse sia l’attività motoria che quella sportiva all’aperto. Cade il limite della prossimità alla propria abitazione, ma bisognerà rispettare la distanza di 2 metri tra le persone per l’attività sportiva e quella di 1 metro per l’attività motoria semplice, come le passeggiate.
Dal 4 maggio ripartono anche gli allenamenti degli atleti professionisti, che praticano discipline individuali mentre per gli sport di squadra bisognerà aspettare il 18 maggio.
In quella stessa data riapriranno i negozi, i musei e le mostre, mentre bar, ristoranti, centri estetici e parrucchieri, dovranno aspettare fino al 1 giugno.

Il premier ha inoltre aggiunto che in questa fase sarà obbligatorio utilizzare le mascherine protettive sui mezzi pubblici e negli ambienti chiusi. Il loro prezzo verrà calmierato per evitare speculazioni e s’impegna ad eliminare completamente l’IVA. Le mascherine di tipo chirurgico costeranno al massimo 0,50 euro.
Sarà nuovamente permesso celebrare funerali, ma soltanto all’aperto e con una partecipazione limitata ai congiunti e a non più di 15 persone. Tutti dovranno indossare le mascherine e rispettare le distanze di sicurezza.
Restano per ora sospese le altre funzioni religiose. Dure le reazioni dei vescovi, che gridano alla violazione della libertà di culto.

I grandi esclusi

Il nuovo decreto lascia molte questioni irrisolte. Tra queste la scuola, che rimarrà chiusa fino a settembre, per evitare di far rialzare la curva del contagio. Conte non ha fatto alcun riferimento allo svolgimento degli esami di stato, limitandosi a sostenere che verranno svolti “in presenza, in sicurezza”, ma soprattutto non ha annunciato nessuna misura di sostegno per i genitori che dovranno tornare a lavorare. Il premier ha infatti citato un nuovo intervento di riforme strutturali, “Sblocca-Paese”, senza però approfondire i dettagli.

Cinema, teatri e sale da concerto resteranno chiuse, come i pub e le discoteche. Ma non è stato annunciato nessun sostegno alle categorie che lavorano nel mondo dello spettacolo, del cinema e degli eventi, uno dei settori più colpiti dalla crisi e con più incertezze sul futuro.

Nessuna menzione neanche dell’applicazione Immuni, che traccerà i contagi, e della strategia da adottare sui tamponi e i test sierologici.

Le reazioni del web

Non si sono fatte attendere le reazioni sui social, che hanno ironizzato sulla chiarezza delle disposizioni illustrate da Conte, sulla somiglianza tra fase 1 e fase 2 e sull’utilizzo del termine congiunti che è diventato hashtag di tendenza di Twitter.

 

CHIARA MANETTI

JACOPO TOMATIS