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Fake news, polarizzazione e ricerca della verità: torna GiovedìScienza

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Al Politecnico di Torino terzo appuntamento del 2019 sul ruolo di internet e social media.

 

Nel mondo oltre quattro miliardi di persone usano internet. Molti di loro, circa due miliardi, sono utenti attivi ogni mese su Facebook. L’accesso alle informazioni si è spostato massicciamente sul web e recenti studi lo confermano: il 63% degli utenti accede alle notizie tramite i social media. Sull’analisi di questi dati si è sviluppata la conferenza tenuta da Walter Quattrociocchi giovedì 24 gennaio al Politecnico di Torino, in occasione del terzo appuntamento dell’anno con GiovedìScienza. Il ciclo di dimostrazioni, esperimenti e spettacoli teatrali – giunto alla sua trentatreesima edizione – propone questa settimana un focus sul concetto di verità nell’era digitale e sul nostro rapporto con essa. Assieme a Quattrociocchi, che da anni si occupa dell’argomento e dirige il laboratorio di Scienza dei dati e complessità all’Università di Venezia, c’erano anche Antonella Vicini, giornalista ed esperta in dinamiche social, e Antonio Scalari, biologo e giornalista del blog Valigia Blu.

Si inizia parlando di camere di risonanza e di filter bubble. Sulle piattaforme social gli algoritmi indirizzano le relazioni dell’utente medio, inserendolo in una dinamica di conformismo e azzeramento del conflitto. “Il problema è a livello narrativo, ogni narrazione contiene fake news al suo interno e le usa per estremizzare il dibattito”. Walter Quattrociocchi non usa mezzi termini per analizzare la questione. “Siamo portati a selezionare le informazioni che aderiscono alla nostra visione del mondo, causando un effetto di polarizzazione delle opinioni. Lo strumento principale per chi oggi è alla ricerca di un dibattito equilibrato è abbassare questa polarizzazione”.

La disintermediazione e l’estrema accessibilità al dibattito hanno stravolto il modo di fare informazione: oggi chiunque può mettere in rete ciò che ritiene più opportuno e interpretare la realtà a proprio piacimento, al di là delle conoscenze specifiche o del curriculum. Ma il problema è anche, e soprattutto, di quella parte di giornalisti che segue la tendenza. “È necessario evitare la pretesa della tuttologia. La comprensione e l’approfondimento dei dati sono aspetti importanti. Anche l’Ordine dei Giornalisti dovrebbe servirsi di strumenti per aggiornare un settore che ha ampio bisogno di rinnovamento”. Concetto ribadito anche da Antonella Vicini. “Purtroppo oggi ai giornalisti viene chiesto di fare sempre più cose, rapidamente e in tempo reale. Ma la fretta non aiuta ad approfondire. In un’epoca di flusso continuo, la specializzazione ed il tempo sono gli unici strumenti per analizzare le fonti e fare bene il proprio lavoro”.

Antonio Scalari, assieme alla redazione di Valigia Blu, da anni cerca di smascherare le bufale che alterano il dibattito pubblico, in particolare per quanto riguarda vaccini, terremoti, cambiamenti climatici e pseudoscienze. Alcuni degli strumenti maggiormente utilizzati sono il factchecking e il debunking. Il primo, come specificato da Scalari stesso, è un dovere di ogni giornalista e prevede una meticolosa verifica di dati e fonti sulle affermazioni pubbliche rilasciate da politici e autorità. Il debunker (termine inglese traducibile come sbufalatore o disingannatore) è invece colui che cerca di smontare le false notizie che si sono già diffuse. Ma quest’ultimo metodo non sembra portare al risultato sperato, come conferma lo stesso Quattrociocchi. “L’ultimo studio condotto per Agcom ha evidenziato come le fake news siano aumentate durante il 2018. Questi strumenti esistono da parecchio tempo ma non risolvono il problema, anzi molto spesso rischiano di amplificarlo.”

 

Dalla sala gremita si alza sempre più chiaro un brusio, che è un misto tra stupore e approvazione. Le slides di Antonio Scalari sulle bufale più recenti, dai terrapiattisti ai no-vax, divertono i tanti spettatori, soprattutto i meno giovani. Da parte dei molti studenti invece il desiderio sarebbe quello di approfondire ancora questo tema che mai come oggi possiamo definire pane per i loro denti. Ma il tempo a disposizione sta per terminare e Walter Quattrociocchi conclude con quello che sembra essere il paradigma principale per orientarsi dopo la giornata di oggi. “Il pubblico è diventato il vero protagonista del dibattito. Il linguaggio è cambiato e ha una sua incidenza sul processo di diffusione delle notizie. In un contesto di altissima sfiducia tra interlocutori, la polarizzazione delle opinioni e le fake news sono soltanto un effetto collaterale di un qualcosa che è molto più profondo. È il sistema stesso di consumo delle informazioni che è radicalmente cambiato”.

Federico Casanova

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