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Eurovision Song Contest 2022: guida pratica alla competizione

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È la settimana dell’Eurovision Song Contest a Torino. Ieri la Reggia di Venaria ha ospitato tutte le quaranta delegazioni nazionali europee (con l’Australia che figurerà come ospite internazionale) che gareggeranno per conquistare il trofeo canoro più ambito del continente, nato nel 1956 grazie all’idea del giornalista e drammaturgo italiano Sergio Pugliese, che durante i primi anni Cinquanta propose il format – ispirato al Festival di Sanremo – all’Unione europea di radiodiffusione, che all’epoca voleva creare un programma televisivo che potesse unire le popolazioni europee a seguito del trauma della Seconda Guerra Mondiale. Le date da segnarsi sono martedì 10 e giovedì 12 maggio, giorni in cui si disputeranno le due semifinali, e sabato 14 maggio, giorno della finalissima. Per chi ancora fosse incerto, ecco una guida pratica sul funzionamento della competizione.

Prima tappa: le semifinali

Il 10 e il 12 maggio andrà in scena la prima fase dell’Eurovision: le due semifinali, valide per accedere alla serata finale. Le semifinali sono divise in due gruppi composti rispettivamente da diciassette e diciotto delegazioni (dovevano essere entrambe formate da diciotto partecipanti, ma è da segnalare l’esclusione della Russia dalla prima semifinale). Gli artisti performeranno i proprio brani e si giocheranno un posto nelle prime dieci posizioni in classifica del proprio girone, che sarà deciso dal voto delle giurie nazionali dei paesi all’interno di ogni gruppo, insieme a due o tre giurie dei Paesi cosiddetti “Big Five”: Italia, Francia, Germania, Regno Unito e Spagna. Questi cinque sono infatti i Paesi che per primi hanno finanziariamente appoggiato l’Unione europea di radiodiffusione e ancora contribuiscono maggiormente. Per questo motivo, essi godono del vantaggio di accedere ogni anno direttamente alla finale. Le singole giurie nazionali sono formate da cinque esperti appartenenti al mondo della musica, differenziati al loro interno per rappresentare al meglio diversi gusti e caratteristiche anagrafiche.

Rigide e talvolta bizzarre: le regole dell’Eurovision

Gli artisti che si esibiranno sul palco del Pala Alpitour potranno sbizzarrirsi con la creatività per stupire giurie e spettatori. Nonostante ciò, l’Eurovision Song Contest prevede regole tanto rigide quanto bizzarre. Per citarne qualcuna, gli artisti in gara possono cantare in qualsiasi lingua del mondo, anche non europea e persino anche inventata; non possono fare uso di correttori della voce e della tonalità, come ad esempio l’auto-tune; non possono inserire nelle canzoni contenuti politici, pubblicitari o in generale controversi e non possono utilizzare animali durante le proprie esibizioni. Ad esempio, nel 2012 Valentina Monetta, rappresentante sammarinese, ha dovuto modificare titolo e contenuto della sua canzone a causa dell’esplicito riferimento a Facebook mentre nel 2021 la band bielorussa Galasy ZMesta sono stati squalificati vista la presentazione di due brani a carattere politico contro le proteste nazionali nel Paese.

Ultima fermata: la finale

Come anticipato, la finale che si svolgerà sabato 14 maggio vedrà sfidare gli artisti dei “Big Five” insieme ai venti Paesi che si saranno conquistati l’accesso passando dalle semifinali. Il vincitore sarà deciso dalla somma dei voti che arrivano dalle singole giurie nazionali, a cui è affidato il compito di presentare una classifica delle dieci loro canzoni preferite, assegnando da uno a sette voti rispettivamente dalla decima alla quarta posizione, otto punti alla terza, dieci alla seconda e dodici alla prima. Alla somma dei voti totalizzati grazie al voto delle giurie nazionali si aggiunge il parere popolare che avviene tramite televoto, entrato nel regolamento della competizione a partire dal 1998. Sia per le giurie nazionali sia per il televoto, non è possibile votare per l’artista del proprio Paese.

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