Estemporanea è una realtà che si occupa di insegnare la musica e formare orchestre nella periferia torinese, incontrando le scuole, rintracciando e formando talenti, intraprendendo iniziative che arrivano fino alla Striscia di Gaza. Alla sala concerti La Boule, l’unica del quartiere, si sono riuniti Lucia Margherita Marino, musicista e fondatrice del progetto estemporanea, Carlotta Salerno, assessora alle politiche giovanili del Comune di Torino ed ex presidente della Circoscrizione 6, che insieme alla maestra Marino ha iniziato questo percorso, e Valerio Lo Manto, attuale presidente di Circoscrizione che continua il dialogo con l’associazione e l’opera della sua predecessora, per celebrare il traguardo raggiunto.
“Speriamo di essere ancora qui tra dieci anni a festeggiare il ventennale”, ha dichiarato, scherzando, l’assessora. “Quando un’amministrazione si insedia in un territorio, le associazioni storiche si presentano pretendendo considerazione. Iniziare un percorso in condivisione, come è successo con Estemporanea dieci anni fa, è qualcosa di molto speciale”. Un percorso che inizia in via Taranto, nello stesso quartiere. “Avevamo una sala concerti nella quale avevamo tantissime persone da tutta Torino”, racconta Marino. “A un certo punto i numeri erano insostenibili. Ed è allora che è avvenuto l’incontro con l’allora presidente Salerno, che si è attivata per trovare una nuova sede e iniziare un dialogo costante con le scuole”.
L’attuale sala concerti Le Boule nasce sulle ceneri di una “discoteca abusiva”, in una strada pericolosa e soggetta a degrado. Il radicarsi dell’associazione nel cuore di Barriera di Milano ha portato benefici non solo negli immediati dintorni, ma in tutto il quartiere, grazie proprio alle attività di insegnamento della musica negli istituti scolastici. “Si tratta di scuole povere” spiega Marino. “Dove spesso il 98% dei ragazzi è di origine straniera. Non sono alfabetizzati perché non sono andati alla scuola dell’infanzia, e le scuole non hanno i materiali per la didattica quotidiana, figurarsi per l’insegnamento della musica, dato il costo proibitivo di strumenti e corsi”.
Grazie al crowfounding, che ha permesso a Estemporanea di raccogliere 65 mila euro negli anni, anche le scuole del quartiere hanno potuto beneficiare di corsi di musica tenuti da insegnanti altamente specializzati. Ad oggi sono tre le orchestre attive nell’associazione, tra le quali la Takka band junior, composta dai più piccoli. “Sono anche particolarmente fiera del fatto che nella Junior accogliamo anche bambini con problemi psicomotori, seguiti da docenti qualificati”, ha aggiunto Marino. L’Orchestra giovanile eclettica, composta da ragazzi da quindici anni in su, collabora anche con il Teatro Regio, l’Orchestra sinfonica nazionale della Rai e altre formazioni musicali rilevanti a livello nazionale. Recentemente, si è resa protagonista di un’iniziativa che è andata ben oltre i confini di Barriera di Milano.
Elena Alemandi, insegnante di Estemporanea, aveva infatti contatti con Ahmed Buin Abu Amsha, insegnante di musica nella Striscia di Gaza. “Nonostante le difficoltà, lui non si è fermato dall’insegnare musica ai bambini a Gaza – racconta Marino -. Ha composto una musica con il suono dei droni, che era la cosa che non avrebbero mai dimenticato”. Da qui l’idea delle “33 battute per Gaza”, alla quale hanno partecipato musicisti da tutta Italia, componendo una musica a partire dall’idea musicale di Amsha, confluite in un video che è arrivato fino a Gaza. “Nel messaggio di risposta, Ahmed ci ha scritto quanto fossimo riusciti a portare luce in un luogo in cui imperava il buio”, ha concluso Marino.
L’incontro per i dieci anni di Estemporanea è stato chiuso da un mini concerto di marimba di Nancy Orobor, giovane nigeriana che grazie al percorso con l’associazione sta per laurearsi al Conservatorio di Torino. “Non potrò mai esprimere quanto sono grata a Estemporanea – ha raccontato, commossa – Studiavo percussioni alle medie ma non potevo permettermi gli strumenti. Il mio insegnante mi ha messo in contatto con loro, che mi hanno permesso di continuare fino ad arrivare dove sono ora, senza mai farmi sentire inferiore a chi aveva più possibilità né far pesare le mie ristrettezze economiche. Per coronare il proprio sogno, è importante non sentirsi mai in difetto”.