La telenovela Embraco è alle battute finali. Questa mattina, venerdì 18 maggio, sindacati e vertici dell’azienda brasiliana specializzata nella produzione di compressori per frigoriferi, si sono ritrovati nella sede dell’Amma, l’associazione delle aziende metalmeccaniche, per compiere un ulteriore passo verso il salvataggio dei 430 lavoratori in bilico. Un’operazione resa possibile grazie a due società, la Israelo-cinese Ventures Production e l’Astelav di Vinovo, intenzionate a rilevare lo stabilimento di Riva di Chieri.
“Abbiamo firmato un verbale d’incontro che accoglie la nostra richiesta di un’equa redistribuzione degli ammortizzatori sociali – spiega il segretario generale della Uilm Torino, Dario Basso – Ora ci rivedremo al Ministero del Lavoro il prossimo 22 maggio insieme con le due nuove società”. Embraco ha assicurato il pagamento degli stipendi sino a fine dicembre 2018 e ha garantito un tesoretto da 30 mila euro per la cassa integrazione. Alcuni lavoratori saranno assunti dalle nuove aziende subito, la maggior parte in un secondo momento, entro la metà del 2020. Dall’azienda nessun commento, ma filtra un cauto ottimismo come dimostrano le facce distese. “Contiamo di concludere l’iter entro fine maggio, in modo che i trasferimenti possano diventare operativi a partire da giugno”, aggiunge Ugo Bolognesi (Fiom).
Questa mattina davanti all’Amma c’erano anche una sessantina di lavoratori in attesa di notizie positive dall’incontro. Tra loro Daniele Simoni, l’operaio che lo scorso febbraio si era incatenato davanti ai cancelli di Riva di Chieri. “La fine di un incubo? Attendiamo fiduciosi la firma dell’accordo, di certo intravedo la luce”, commenta con un viso decisamente più sereno rispetto a quello di qualche mese fa. Anche Paolo Donorà vuole vederci chiaro prima di esultare: “È la fine di un incubo durato 7 mesi. Per ora delle nuove società sappiamo solo i nomi: dobbiamo capire cosa hanno intenzione di fare”.
Daniele Simoni si era incatenato davanti allo stabilimento di Riva di Chieri per protestare contro #Embraco. Anche lui oggi è davanti all’Unione Industriale in attesa di novità. “Non è ancora la fine di un incubo ma vedo la luce” @OperaiEmbraco pic.twitter.com/tF0vzjQ1Ps
— Futura News (@FuturaTorino) May 18, 2018
Nei giorni scorsi al Ministero dello Sviluppo Economico sono stati presentati due piani di reindustrializzazione dello stabilimento di Riva di Chieri: il primo fa capo alla Israelo-cinese Ventures Production, specializzata nella produzione di robot per la pulizia dei filtri per l’acqua e dei pannelli fotovoltaici. Il secondo all’Astelav di Vinovo, che ha come business la rigenerazione di frigoriferi usati. Le due aziende si sono impegnate ad assumere entro il 2020 i 430 lavoratori Embraco a rischio licenziamento (circa settanta dei 497 iniziali hanno già lasciato la società del gruppo Whirlpool con esodi incentivati). La joint-venture a maggioranza israeliana dovrebbe dare lavoro a 372 persone, l’Astelav a 40.
Nell’accordo non rientra, invece, Invitalia. L’agenzia nazionale per l’attrazione agli investimenti, partecipata del Mise, giudica solide le due nuove realtà pronte a subentrare a Embraco. In particolare il ministro Carlo Calenda ha ricevuto rassicurazioni dal governo cinese sulla Guangdong Electric, società detentrice del 15% di Ventures Production e pronta a salire sino al 40% del capitale entro 18 mesi.