I conservatori tedeschi orfani di Angela Merkel hanno scelto Armin Laschet per la corsa alla Cancelleria nelle elezioni politiche d’autunno. Le prospettive per i cristiano democratici non sono delle più rosee e nonostante la dirigenza abbia fatto la sua scelta, il vero convitato di pietra sarà proprio Merkel.
“Nessuno sembra avere la sua autorevolezza – spiega Lisa Di Giuseppe, giornalista di Domani e autrice della newsletter La Deutsche Vita una finestra sull’attualità e la politica tedesca –. Quando lei ha iniziato a governare, nel 2005, nessuno aveva grandi speranze in quello che riuscisse a fare. Nel tempo, però, ha eliminato gli oppositori interni e si è guadagnata il rispetto del partito. In questi sedici anni è riuscita ad ottenere anche il rispetto dell’intero arco parlamentare, oltre al ruolo guida in Europa. È praticamente impossibile che ci sia subito qualcuno in grado di riempire scarpe così grandi. Nel partito sembra ci sia stato un passo indietro: la sua erede designata si è dimessa e Laschet sembra incolore, e ciò potrà essere il più grande ostacolo alle elezioni. Non è un moderato che convince, nemmeno i suoi stessi compagni di partito
Arrivato alla guida del partito nel gennaio 2021 a seguito della rinuncia ad un ulteriore impegno politico di Angela Merkel, per la candidatura a cancelliere ha ottenuto il supporto del 77.5% del gruppo dirigente del partito. Laschet, 59 anni, è l’attuale primo ministro dello stato della Renania Settentrionale-Vestfalia, e ha visto come suo concorrente nella corsa alla candidatura Markus Söder, che ricopre lo stesso ruolo nello stato della Baviera. Söder è a capo del “partito fratello” della CDU, l’Unione Cristiano-Sociale (CSU), presente soltanto in Baviera e alleata dell’Unione Cristiano-Democratica nella coalizione conservatrice, per la quale la CSU ha espresso solo due candidati nella storia in quanto componente minoritaria. La scelta di Laschet arriva dopo che a gennaio quello che è considerato il successore naturale di Merkel aveva battuto per la guida del partito Friedrich Merz, espressione della destra più radicale, con 521 voti contro 466. Annegret Kramp-Karrenbauer, scelta proprio da Merkel come sua erede, si era dimessa dalla presidenza della CDU in seguito ad uno scandalo. Nello stato di Turingia, infatti, la CDU aveva eletto governatore Thomas Kemmerich, del partito liberale, insieme con i voti del partito di estrema destra Afd. L’episodio aveva scatenato polemiche esterne e interne al partito, che avevano portato anche ad un intervento di Merkel.
Per ora sembra non esistere un successore degno dell’eredità politica dell’attuale cancelliera. Per quanto riguarda la leadership interna, risulta evidente che Laschet non sia espressione unitaria della volontà del partito, come dimostrato dal suo percorso verso la candidatura. La sua popolarità rispetto al concorrente della CSU era largamente inferiore, e l’ultimo periodo pandemico lo ha visto protagonista di schermaglie proprio con Angela Merkel, che lo ha ripetutamente ripreso per la sua gestione del lockdown nella regione che governa. Söder sembrava essere percepito in maniera decisamente più favorevole, fino alla decisione delle ultime ore, che ha comunque visto la formazione di spaccature nel partito. Insomma, difficilmente qualcuno, nel breve termine, potrà rimpiazzare Merkel nella guida del Paese e dell’Europa: ». Il lascito della cancelliera è decisamente ingombrante. Nei suoi anni di governo è riuscita ad essere una forza unificante oltre i confini partitici, e ha raggiunto risultati politici rilevanti come l’estensione del matrimonio civile a tutti, tema al di fuori dei tradizionali parametri conservatori. Durante l’ultimo anno ha saputo ritagliarsi, da dimissionaria, una posizione di assoluta leadership europea attraverso la proposta e la realizzazione di quello che sarebbe poi diventato il Next Generation EU. La prima ondata di pandemia ha visto il suo consenso schizzare alle stelle, cosa non avvenuta nella seconda fase, anche a causa dei conflitti con i governatori.
Ora, la Germania guarda con ansia al 26 settembre, data delle elezioni: “È evidente che sarà lei il metro di paragone per chiunque arriverà a sostituirla – conclude Di Giuseppe – Fino ad ora, l’unico ad aver governato per quattro mandati era stato Helmut Kohl, che non a caso era il suo mentore”.
Verdi in ascesa
Intanto ieri, lunedì 19 aprile, anche i Verdi hanno annunciato la candidatura a cancelliera della co-segretaria del partito Annalena Baerbock, la prima di tutta la storia della Repubblica Federale di Germania. Scelta presa consensualmente con l’altro capo partito, Robert Habeck, che ha definito la nomina della collega come «storica». Storica poiché, oltre al primato già menzionato, Baerbock ha soltanto quarant’anni, ed è espressione di un progressismo deciso. Inoltre, a differenza di Habeck, sembra poco incline alla gaffe, cosa che non si può dire di quest’ultimo. Laureata in diritto internazionale alla London School of Economics e già assistente di un europarlamentare verde, manca comunque di esperienza di governo, a differenza dei suoi diretti rivali alla corsa per la presidenza. Ciononostante, i sondaggi da settimane danno il partito dei Verdi sopra il 20%, un dato che si dimostra non molto inferiore al 28% detenuto per ora dall’alleanza conservatrice orfana di Angela Merkel.