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Elezioni on line per Unito: ripensare la partecipazione

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Nella dimensione virtuale si è votato di più, per essere precisi il doppio. Ed è comunque una vittoria a metà. Seggi chiusi e piattaforme aperte: una formula che incentiva l’affluenza alle elezioni studentesche dell’Università di Torino. La tecnologia digitale racconta una tendenza diversa, una spinta verso la partecipazione. Il 17% degli 80mila studenti ha infatti votato, e i risultati provvisori sembrano confermare ancora una volta la vittoria di Studenti indipendenti. “E’ un aumento che abbiamo riscontrato anche in altre università che hanno adottato la modalità online per le votazioni, penso alla Sapienza di Roma, o all’Università di Padova” racconta Elena Stroppiana di SI-Studenti Indipendenti. Una percentuale record che suggerisce, forse, cambiamenti che rimarranno anche dopo la pandemia. Al tempo stesso mette in luce problemi che stagnano nelle fondamenta del sistema elettorale universitario. 

Il mondo post covid dovrà scegliere: cosa resta, cosa no. E la trasposizione del nostro universo nell’etere tecnologico sarà in prima fila tra i grandi interrogativi da affrontare. Esempi virtuosi e tentativi precari. La tecnologia digitale da tempo è in bilico tra il sogno di essere un livellatore sociale e il rischio di deturpare la comunità. Nel ventaglio di proposte fragili le elezioni online sono quelle che potrebbero restare: l’esempio di Torino è incoraggiante. Uno spunto per ripensare allo spirito democratico, ai suoi possibili recinti procedurali. Ridisegnare quelle condizioni di esistenza per garantire una sana sopravvivenza. Perchè il parziale successo delle elezioni universitarie ci racconta anche i problemi intrinseci della mancata partecipazione. “Ci sono sicuramente degli ostacoli che non incentivano al voto. Spesso gli studenti erani costretti a votare nella pausa pranzo, o tra una lezione e l’altra. Il tempo della votazione era uno spazio ricavato tra altro, e quindi spesso sacrificato. In più i seggi sono pochi e mal distribuiti, il che significa creare code lunghe e quindi attese per votare che scoraggiano le persone e incidono sulla mancata partecipazione” continua Elena.

La democrazia infatti è legata alla dimensione spaziale, dimensione che oggi trascende la fisicità. I concetti classici di edifici, scuole, aule, sedi, per lo spazio pubblico sono stati riconfezionati durante i tempi contemporanei. Gli spazi pubblici di accoglienza sono in declino, almeno quelli del mondo reale. Nella dimensione virtuale invece si scoprono nuovi spazi che incrementano l’affluenza. Si, un aumento, ma che rimane ancora soffocato in un 17%. “Sicuramente per capire meglio bisognerebbe analizzare i dati dei non votanti, molti sono studenti fantasma o possono avere avuto problemi tecnici. Il modo in cui uno vive l’università poi incide sulla partecipazione. Poi bisogna considerare che spesso c’è una difficoltà ad interfacciarsi con la componente amministrativa. Quello che ci auguriamo è che si crei un dialogo vero, più semplice, che si rifletterà inevitabilmente sul coinvolgimento degli studenti”.

L’esperienza delle elezioni online crea un precedente. Tra i punti di forza la capacità di raggiungere capillarmente le persone, di facilitare l’accessibilità a chi sta nei margini. Immaginare spazi sicuri per alimentare la partecipazione attiva è il sintomo di un processo di cambiamento, quello che potrebbe estendersi anche a realtà diverse. “Non sostituire in toto ma integrare la presenza con l’online potrebbe essere una soluzione da adottare nel futuro. Sul voto digitale vanno fatti ragionamenti perchè è uno spazio da gestire in maniera appropriata. Bisogna ricostruire il sistema con una logica per garantire l’attendibilità del voto, quindi attenzione alla circolazione di credenziali, ai conteggi, e alla possibilità di modifica sulla piattaforma”. conclude Elena. Possibili scenari ancora da immaginare. Il digitale si conferma ancora una volta uno strumento che può essere virtuoso se accompagnato da un contesto sano, dialogante con un occhio sempre attento all’inclusione reale.

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