“Primo partito in Italia. Grazie”. Sono le 23:35 e Matteo Salvini commenta su Facebook i primi exit poll di queste elezioni europee. Exit poll che verranno confermati poi nella notte dalle prime proiezioni su dati ufficiali.
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Il ribaltamento di forze c’è stato. La Lega di Salvini ottiene il 34,27% dei voti e 29 seggi al Parlamento Europeo: sarà il primo gruppo parlamentare a Strasburgo. Ma soprattutto, scavalca l’alleato di governo. Il Movimento Cinque Stelle di Luigi di Maio ottiene poco più del 17% e 14 seggi, finendo dietro anche al Partito Democratico di Nicola Zingaretti, che ottiene il 22,73% dei voti e 19 seggi; una crescita, rispetto al 18,7% ottenuto da Matteo Renzi alle politiche dello scorso anno. Forza Italia di Silvio Berlusconi ottiene l’8,78% e 8 seggi, mentre i Fratelli d’Italia guidati da Giorgia Meloni arrivano al 6,45% e conquistano 6 seggi. Con questi risultati una riedizione del vecchio centrodestra (a trazione leghista) potrebbe risultare vincente con l’attuale sistema elettorale (il Rosatellum Bis). Male + Europa e La Sinistra: entrambe le formazioni non riescono a centrare il 4% necessario per entrare in Parlamento. I due partiti si fermano rispettivamente al 3,11 e all’1,75%.
Le vittorie sovraniste…
La Lega non é l’unica a sorridere. Molti dei suoi alleati nel Continente hanno ottenuto importanti risultati . Nigel Farage ha vinto le elezioni nel Regno Unito: 33% dei voti e 29 seggi (almeno fino all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea). Il Brexit Party sarà il partito più grande all’interno dell’Europarlamento, assieme alla Cdu-CSu di Angela Merkel e alla Lega. In Francia, Marine Le Pen sconfigge Emmanuel Macron. Il Rassemblement National ottiene il 24% e 22 seggi; un punto in piu rispetto a En Marche (21 seggi), che entrerà per la prima volta nel parlamento di Strasburgo e farà parte del gruppo liberale dell’ALDE. Netta è anche l’affermazione di Viktor Orban in Ungheria. Fidezs, il partito del premier ungherese, ottiene il 52% dei voti e 13 seggi.
In un parlamento frammentato
L’avanzata sovranista però si ferma dinanzi a un Parlamento che risulterà molto frammentato e variegato al suo interno. In occasione delle precedenti elezioni europee l’egemonia politica era nelle mani del Partito Popolare Europeo (PPE) e dei Socialisti Europei (S&D). Entrambi, rispetto alla legislatura in corso – stando alle stime raccolte dal Parlamento Europeo su una base di dati preliminari – hanno perso una quarantina di seggi a testa: il Partito Popolare ne otterrà circa 180 – erano 221 nel 2014 – mentre i Socialisti dovrebbero controllarne circa 150, dai 191 del 2014. I due partiti non riusciranno più a formare una maggioranza da soli. Diversi altri gruppi politici al Parlamento Europeo hanno invece aumentato il loro peso politico. I liberali dell’ALDE, ottengono il miglior risultato della loro storia superando i 100 seggi. Ciò è dovuto ai buoni risultati dei partiti Liberali in giro per l’Europa ma soprattutto ai parlamentari che saranno garantiti da En Marche di Macron, nonostante la sconfitta interna ad opera di Marine Le Pen, Anche i Verdi sono andati bene. Nella precedente legislatura avevano 50 seggi, in quella che sta per iniziare ne avranno più o meno settanta soprattutto grazie agli ottimi risultati in Francia, Germania, Belgio e Irlanda.
I tre gruppi euroscettici dovrebbero guadagnare complessivamente qualche seggio, anche se cambieranno i rapporti di forza al loro interno: il gruppo di destra radicale ENL di Matteo Salvini e Marine Le Pen – entrambi vincitori nei loro paesi – si avvicinerà molto al gruppo degli euroscettici moderati ECR, che comprende Diritto e Giustizia del premier polacco Jarosław Kaczyński e i Conservatori britannici. Destino incerto invece per l’EFDD, il gruppo parlamentare a cui aveva aderito il movimento 5 Stelle: potrebbe formarsi di nuovo col Brexit Party – cioè il nuovo partito di Nigel Farage – al posto dello UKIP.
A causa di questa progressiva frammentazione, i tempi per formare una maggioranza stabile che controlli i lavori della legislatura fino al 2024 risulteranno molto complessi. Appare probabile che sia l’ALDE che i Verdi cercheranno un accordo con i socialisti e i popolari. Rimane invece improbabile l’alleanza a destra tra popolari ed euroscettici. Una possibilità che era stata paventata molti mesi fa da Manfred Weber, candidato del PPE alla presidenza della Commissione europea: mancherebbero infatti all’appello trenta seggi per la formazione di una maggioranza simile.