I primi dati sulle elezioni europee confermano il dato atteso per le forze di destra, che segnano una forte avanzata. I popolari (Epp) ottengono il 22,52%, i conservatori (Ecr) balzano al 10,17% (quasi +3% rispetto al 2019) e l’ala di estrema destra (Id) raggiunge l’8,92%. Il centrosinistra conferma invece l’attesa flessione, con il gruppo dei socialisti (S&D) al 19,03% e i verdi (Greens/Efa) al 8,33%, seguiti poi dall’ala di estrema sinistra (Left) al 7,55%. Nel mezzo si confermano i liberali (Renew) con l’11,18%, sia pure in leggero calo rispetto all’ultima tornata elettorale, e i non iscritti, che raggiungono il 8,7%.
E ci sono pesanti effetti dopo la vittoria della destra di Marine Le Pen in Francia: il presidente Emmanuel Macron ha sciolto l’Assemblea nazionale, riconoscendo l’avanzata della destra, chiedendo ai francesi di “fare le scelte più giuste”. In Germania la vittoria della Cdu e l’affermazione dell’Afp terremota il governo: per ora la maggioranza tra verdi, socialisti e liberali resiste, ma le prossime settimane potrebbero vedere svolte politiche anche a Berlino. Svolte che si sono già viste in Belgio: a Bruxelles il premier De Croo, leader dei liberali fiamminghi sconfitti, ha annunciato che si dimetterà domani.
Nella notte, verso le ore 3, si è concluso anche lo spoglio elettorale in Italia: sul Futura News è disponibile un approfondimento sui risultati e i possibili scenari che attendono le principali forze politiche del Paese.
Le proiezioni Paese per Paese
AUSTRIA. Per la prima volta nella storia, il partito di estrema destra Freiheitliche Partei Österreichs – Id (25,5%) si afferma come prima forza alle europee, seguito dall’Österreichische Volkspartei – Epp (24,7%) e dal Sozialdemokratische Partei Österreichs – S&D (23%).
BELGIO. Sul podio a Bruxelles l’alleanza S&D Vooruit e Parti Socialiste (17,8%), il tantdem liberale composto da Open Vlaamse Liberalen en Democraten e Mouvement Réformateur, entrambi in corsa per Renew (15,4%) e gli estremisti di destra di Vlaams Belang (13,4%), che staccano il duo popolare Christen-Democratisch en Vlaams e Engages (14,2%).
BULGARIA. Da Sofia gli exit polls mostrano una netta affermazione di Gerb/Unione nazionale bulgara – Epp (25,8%), seguita dai voti della coalizione Pp-Db (15,5%) che verranno tripartiti fra Epp, Greens/Efa e Renew che, invece, potrà contare anche sui consensi raccolti dal Movimento per i Diritti e le Libertà (14,7%).
CROAZIA. Anche a Zagabria sono in testa i popolari dell’Unione Democratica Croata – Epp (33,7%), a cui segue il Partito Socialdemocratico (27,8%), diviso fra S&D e Renew, e il Movimento Patriottico – Id (8,7%).
CIPRO. Sull’isola mediterranea testa a testa fra Disy/Raggruppamento Democratico – Epp (24,8%) e Akel/Partito Comunista – Left (21,3%), mentre restano più staccati i conservatori del Fronte Popolare Nazionale – Ecr (12,5%). Ma la vera sorpresa è il successo dello youtuber 24enne Fidias Panagiotou, destinato a un seggio a Bruxelles dopo l’exploit fra i non iscritti (19,3%).
CECHIA. A Praga si conferma il trend che vede in testa i liberali del partito Azione dei Cittadini Insoddisfatti – Renew (27,4%), seguiti dalla coalizione popolare Spolu (17,8%) e Stan (11,5%). I voti di Spolu, tuttavia, contribuiscno anche a ingrossare le fila di Ecr.
DANIMARCA. La sinistra fa centro a Copenaghen, merito del buon risultato dei socialdemocratici (15,6%) ma soprattutto dell’affermazione dei verdi (20%). Bene anche la coalizione liberale (27%), seguita da popolari (15,9%) e conservatori (7,4%).
ESTONIA. Sulle rive del Baltico si affermano i liberali del Partito Riformatore Estone – Renew (29,5%) e i partiti popolari afferenti a Epp (27,5%). Più staccati invece gli estremisti del Partito Conservatore – Id (14%).
FINLANDIA. Nello Stato più a nord dell’Unione europea i popolari del Partito di Coalizione Nazionale – Epp si confermano in testa (24,5%), staccando l’Alleanza di Sinistra – Left (17,4%), l’Alleanza centro-liberale – Renew (17,3%) e i socialdemocratici (15%).
FRANCIA. I dati confermano l’atteso successo di Marine Le Pen, con il Rassemblement National – Id (32%) che doppia l’alleanza vicina al gruppo Renew (16%) presieduto dal capo dell’Eliseo, Emmanuel Macron. Per l’area socialista, la coalizione legata a S&D si ferma al 13,9%.
GERMANIA. Berlino conferma la sua propensione popolare con la coalizione Cdu/Csu – Epp (30,3%), di ispirazione cristiano-democratica e cristiano-sociale, ma la vera notizia è il netto rialzo (+5%) segnato da Alternative für Deutschland (16%), rientrante nel gruppo dei non iscritti. Segue il gruppo dei verdi (15,1%), ancora più indietro i socialdemocratici (13,9%), partito a cui appartiene l’attuale cancelliere Olaf Scholz.
GRECIA. Affermazione delle destre ad Atene, col boom di Nea Dimokratia – Epp (30%) del premier Kyriakos Mitsotakis insieme a El-Ecr (8,8%). A sinistra invece buon risultato per la coalizione guidata da Syriza e vicina a Left (21,4%).
IRLANDA. L’isola verde si tinge di rosso con la vittoria della coalizione di sinistra legata a Left (26,5%), seguita dal testa a testa fra i popolari (23,2%) e le forze liberali (22,6%).
LETTONIA. Vincono le forze conservatrici sulle sponde del Baltico, con l’Alleanza Nazionale – Ecr (26,4%) seguita a ruota dai popolari (25,5%). Più staccati i verdi (10,7%), mentre non superano la doppia cifra socialisti (9,5%) e liberali (6,9%).
LITUANIA. Centrosinistra in ascesa a Vilnius, merito dei voti conquistati dai socialisti (32,4%) e dai verdi (26,4%). Segue la coalizione liberale (13,7%) e l’Unione della Patria – Epp (12,4%), di ispirazione democratico-cristiana.
LUSSEMBURGO. Affermazione del Partito Popolare Cristiano Sociale – Epp (29,2%), seguito dalla coalizione liberale vicina a Renew (21,2%), dal Partito Operaio Socialista Lussemburghese – S&D (18,9%) e dalla coalizione dei verdi (16,3%).
MALTA. Sull’isola i labouristi vicini a S&D (45,4%) la spuntano sui popolari (41,8%), espressione del partito della presidente uscente dell’Eurocamera, Roberta Metsola.
PAESI BASSI. Successo dei verdi grazie ai voti raccolti dalla coalizione dei verdi legata al gruppo Greens/Efa (21,6%). Segue l’alleanza liberale vicina a Renew (20,5%) e il Partito per la Libertà – Id (17,7%).
POLONIA. A Varsavia una delle situazioni più complesse, tra l’affermazione dei conservatori affiliati Ecr (33,5%) e i consensi raccolti dalla lista di popolari, liberali e verdi (38,2%) che, però, dovranno essere equamente tripartiti.
PORTOGALLO. L’estremo confine occidentale dell’Europa celebra la vittoria del partito socialista (31%), che si difende dagli attacchi della lista di centrodestra legata sia ai popolari di Epp che ai conservatori di Ecr (30,5%). Terzo gradino del podio ex aequo per la lista sovranista Chega e il fronte liberale (10%).
ROMANIA. Poderosa affermazione della “maggioranza Ursula” a Bucarest grazie alla tenuta delll’alleanza tra socialdemocratici e liberali (54%), voti che andranno sia a S&D che a Epp. Il secondo miglior risultato è della lista di destra Aur (14%), seguita dal gruppo liberale guidato dal partito Adu (11%).
SLOVACCHIA. A Bratislava vince il partito di opposizione Progresivne Slovensko – Renew (27,8%), che stacca – seppur di poco – la lista socialdemocratica Smer del premier Robert Fico (24,8%), recentemente vittima di un attentato proprio nel cuore della capitale. I dati aggregati, tuttavia, mostrano una affermazione complessiva dei non iscritti (44,5%), nei quali rientrano anche i voti di Smer.
SLOVENIA. Nel più piccolo Stato dei Balcani sono i popolari dell’ex premier Janesz Jansa a fare la voce grossa grazie all’attesa affermazione del Partito Democratico – Epp (26,4%). Seguono la coalizione liberale vicina a Renew (24,5&), i verdi di Greens/Efa (12,9%), e i socialdemocratici di S&D (12,2%).
SPAGNA. Nell’attesa sfida tra popolari e socialisti iberici la spuntano i primi, con in testa il Partido Popular – Epp (32,4%) davanti al Partito Socialista Operaio Spagnolo – S&D (30,2%). Decisamente inferiore il consenso per i conservatori di Vox – Ecr (10,4%), mentre a sinistra non sfonda la lista Podemos – Left (4,4%).
SVEZIA. Il partito dei socialisti si afferma come prima forza del Paese scandinavo (23,1%), seguito dalla coalizione popolare (23,4%) e conservatrice (13,9%). Superano la doppia cifra anche i verdi (15,7%) e l’ala di estrema sinistra vicina a Left (10,7%).
UNGHERIA. A Budapest la vittoria dei non iscritti di Fidesz (43,8%) non farebbe notizia se non si trattasse della percentuale più bassa dal 2009: alle scorse elezioni il partito del premier Viktor Orban aveva conquistato da solo il 52,56% dei voti. Seguono in fortissima ascesa i popolari di Tisza (31,1%), espressione dell’opposizione grazie al suo leader Peter Magyar, e la coalizione verde (16,1%).
Dati aggiornati alle 23.45
Foto di copertina: © European Union 2024 – Source : EP