Inni, preghiere e lunghi silenzi prima delle strette di mano e degli abbracci. Come di consueto, l’Eid al-Fitr a Parco Dora è molto di più di una semplice festa: un intenso momento di preghiera collettiva al termine del Ramadan, il mese sacro per la comunità islamica. Oltre ventimila persone tra famiglie, uomini e donne di tutte le età si sono radunati sotto la tettoia dell’ex impianto industriale per partecipare alla preghiera collettiva in presenza delle massime autorità religiose, tra cui l’Imam Elias Elsaket, e del sindaco Stefano Lo Russo.
“Torino è un grande laboratorio di confronto che ha costruito la sua identità attraverso l’incontro – e non lo scontro – di culture e religioni”, ha detto il sindaco. “Vogliamo continuare in questa direzione, che è difficoltosa, perché quando le persone si incontrano e hanno culture diverse devono imparare a conoscersi e fare uno sforzo comune per cercare di vivere insieme e costruire una città migliore, ma noi siamo orgogliosi della nostra Torino, in un momento in cui abbiamo bisogno di pace speranza e di guardare al futuro con ottimismo”.
Con quindici moschee e decine di centri culturali sparsi sul territorio, la comunità musulmana è inserita da decenni negli ingranaggi della città di Torino, che anche negli ultimi mesi ha mostrato passi avanti e importanti aperture nei confronti dell’integrazione. Al termine della preghiera comune per la fine del Ramadan, il collettivo “Torino per Gaza” con il suo ha organizzato un breve presidio sul vicino ponte intitolato alle Vittime dell’Immigrazione per invocare la pace nella Striscia, coinvolgendo tanti giovani con la kefiah al collo e le bandiere palestinesi sventolate al cielo.
Di seguito il videoreportage della mattinata.