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Edilizia sanitaria in Piemonte, firmato un protocollo anti infiltrazioni criminali

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Da una parte ci sono cinque miliardi di euro di fondi pubblici per l’edilizia sanitaria in Piemonte, dall’altra il timore che la cifra ingolosisca le organizzazioni criminali. Per prevenire questa seconda eventualità, la Regione e le prefetture piemontesi hanno sottoscritto questa mattina un “protocollo di legalità”, al termine della Conferenza delle autorità regionali di pubblica sicurezza.

L’accordo

L'”accordo quadro” è stato firmato dal prefetto di Torino, Donato Cafagna, e dal presidente della Regione, Alberto Cirio: “Vuole essere uno strumento pratico in vista degli investimenti che grazie al Pnrr siamo in grado di concentrare sulla nostra regione”. Nel complesso, il piano di edilizia sanitaria piemontese vale cinque miliardi di euro: “Li investiremo per realizzare undici ospedali nuovi, case di comunità e servizi di cui c’è necessità sul territorio – ha spiegato Cirio -. Dover spendere tanto in poco tempo rischia di non garantire le dove cautele, per cui è necessario prevenire che queste risorse diventino opportunità per infiltrazioni illegali”.

I fondi

L’assessore regionale alla Sanità e Edilizia sanitaria, Federico Riboldi, ha ricordato la partizione delle risorse: “Due miliardi di fondi Inali, 1 miliardo e 500 milioni da partenariati pubblico-privati e un altro miliardo e mezzo dal fondo proprio delle aziende sanitarie locali, dal programma regionale e da fondi destinati dal Ministero per le opere di edilizia sanitaria. La nostra preoccupazione – ha ribadito – è che questo grande flusso di denaro non possa attrarre gli appetiti della criminalità organizzata”.

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