La green economy non basta più. La crescita esponenziale della popolazione mondiale, lo sviluppo urbano, le disparità economiche erodono le risorse naturali a ritmo impressionante. Per fermare questo processo, ridurre l’impatto ambientale della produzione e le emissioni di gas serra è una condizione necessaria ma non sufficiente. Una soluzione in espansione negli ultimi anni e su cui l’Unione Europea sta puntando con forza è il modello dell’economia circolare, un’economia pensata per autorigenerarsi e favorire il risparmio energetico puntando sul riutilizzo.
Questa mattina, 20 novembre, nel Salone d’onore del Castello del Valentino, Iren ha organizzato un convegno sulle sfide e le opportunità dei cambiamenti globali per l’economia. Iren è una delle aziende che sta investendo risorse crescenti per trasformare i rifiuti da scarti a beni di nuovo fruibili, puntando su tre pilastri: la filiera energetica nell’ambito del teleriscaldamento e dell’e-mobility; le reti idriche e di depurazione; l’ambiente potenziando raccolta differenziata, il trattamento e la valorizzazione dei materiali. Tra gli obiettivi del piano industriale 2019-2024 c’è quello di aprire undici nuovi impianti tra Piemonte, Liguria ed Emilia-Romagna per valorizzare il ciclo dei rifiuti.
Sulla necessità di un ripensamento del sistema economico si è soffermato il professor Riccardo Valentini, direttore della Divisione impatti del clima del Centro Euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici: “L’opportunità di una transizione verso l’economia circolare non è più in discussione – ha dichiarato concludendo il suo intervento – le uniche valutazioni riguardano i tempi necessari per compiere questo processo. Le aziende lo hanno capito, la politica forse un po’ meno”.