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“È inclusione vera”, i Fisu Games paralimpici di Giorgio Napoli

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Si è rialzato dopo una caduta nel Super G senza perdere il sorriso. Giorgio Napoli, atleta paralimpico di sci alpino, ha disputato la sua prima gara dei Fisu Games sulla pista di Melezet, frazione di Bardonecchia a 1380 metri d’altitudine. Ha 26 anni, si è da poco laureato in Scienze della comunicazione e, nonostante il rammarico per la caduta, si dice soddisfatto per essersi goduto l’esperienza. Per la prima volta alle universiadi partecipano anche gli atleti con disabilità, un traguardo storico. Giorgio ha subito l’amputazione della gamba destra sopra il ginocchio dopo essere rimasto schiacciato tra una macchina e un muro. Un incidente che gli ha cambiato la vita, ma da cui si è ripreso con grande coraggio e caparbietà.

Innanzitutto, come stai, abbiamo visto che sei caduto. Ti sei fatto male?

“Sono caduto come uno sciocco, ma fortunatamente non mi sono fatto niente. Ero molto stretto nella terza porta, ho toccato con lo stabilizzatore – dice mentre guarda torvo l’ausilio che lo aiuta a sciare – e poi mi sono ribaltato. Peccato perché la pista era bella. Ero molto carico ed emozionato prima di partire e sono comunque contento perché era la mia prima gara di livello olimpico”.

Raccontaci un po’ la tua storia di atleta paralimpico. Quando è iniziata?

“Ho riniziato a sciare due anni fa. Andavo in montagna con gli amici e a un certo punto non avevo più voglia di guardarli sciare dal rifugio, così ho deciso di provare prima con la protesi e poi senza. Da lì mi sono appassionato e ho deciso di impegnarmi a livello agonistico. È dura su una gamba sola, ma grazie al mio preparatore e ai miei allenatori sono migliorato molto, senza di loro non sarei arrivato sin qui”.

Il team paralimpico italiano di sci alpino: Martina Vozza, la sua guida Ylenia Sabidussi, Giorgio Napoli.

Hai incontrato delle difficoltà in questo percorso a livello mentale oltre che fisico?

“Dal punto di vista fisico ho dovuto lavorare molto sulla resistenza e crescere muscolarmente. Ho avuto alcuni problemi, tra cui la pubalgia e delle infiammazioni al ginocchio, che mi hanno rallentato nella preparazione. Dal punto di vista mentale, devo essere sincero, soffro un sacco la gara, mi faccio dei problemi che non esistono e tendo a bloccarmi. Su questo devo lavorare perché migliorerei senz’altro la prestazione”.

Fai parte di associazioni come Obiettivo3 e Bionic people. Di che cosa vi occupate?

“Sono due associazioni del Terzo settore, hanno l’obiettivo comune di dimostrare che la disabilità non è sempre un limite. Chiaramente, non è una vita facile, ma con la giusta mentalità e l’assistenza dei mezzi tecnici si possono fare tante cose e soprattutto si può vivere bene. Il messaggio che diamo è quello dell’inclusione e oggi, con quest’esperienza ai Fisu games, possiamo dire di aver raggiunto l’obiettivo. Per la prima volta ci siamo anche noi paralimpici e non siamo divisi in due eventi, ma corriamo sulla stessa pista e stiamo nello stesso villaggio. Questa è inclusione vera”.

Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?

“Difficile dirlo, devo vedere quanto reggo fisicamente e quanto miglioro tecnicamente. Vorrei puntare a Milano-Cortina 2026, ma il livello è veramente alto. L’obiettivo di stagione è guadagnare i punti per entrare in Coppa Europa ed essere parte della squadra ufficiale”.

Abbiamo visto dai social che sei appassionato di tennis, punti a competere anche lì?

“Mi piacerebbe perché mi diverto molto a giocare a tennis e a padel – ride – e sono anche bravino! Tecnicamente sono più bravo come tennista che come sciatore, però al momento il tennis paralimpico si fa solo in carrozzina, quindi per ora rimane una passione”.

Le atlete del SuperG femminile nel post gara.

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