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Dynamis, il luogo del pensiero: un dialogo ininterrotto tra i saperi

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Ci sono parole che vengono da lontano. Profumano di antico, riposano placide tra le pagine di quel vecchio dizionario “greco-italiano” dimenticato nell’ultimo scaffale della libreria dai tempi del liceo. Sono parole addormentate, ma vive. Contrastano il deterioramento del tempo grazie a quell’aura di fascino misterioso che si cela nella loro plurisignificanza. In greco, dynamis indicava la potenza (fisica e morale), ma anche la possibilità, la capacità di fare qualcosa. E dunque il senso, il significato di un’azione. Per diffondere il sapere, oggi, bisogna avere forza, sì, caparbietà e coraggio, ma bisogna anche credere nel futuro. Bisogna darsi una possibilità.

Illustrazione di Gabriele Operti

L’associazione culturale

Ecco allora che la dynamis degli antichi viene in soccorso a un gruppo di giovani torinesi, intenzionati ad aprirsi un varco nel dibattito culturale cittadino. Creare uno spazio dove confrontarsi su svariati temi, ibridare le idee e arricchirsi di spunti. Nasce da questi presupposti, cinque anni fa, Dynamis – il luogo del pensiero, progetto interdisciplinare che riunisce studiosi e artisti in un dialogo sulla realtà, sul nostro tempo e sul futuro. “Da gruppo di amici che condividevano aspirazioni e sguardi sul mondo, nel 2018 siamo diventati associazione culturale”, racconta il presidente Fulvio Vallana, dottorando in Filologia classica all’Università di Torino. “E da qualche settimana abbiamo realizzato un’aspirazione che coltivavamo da sempre: entrare a far parte delle associazioni di promozione sociale, attive a tutti gli effetti nel terzo settore”. Per dare alla cultura una ricaduta sul mondo che ci circonda. Per riportare a terra, nel concreto, ciò che troppo spesso rimane incastrato nella torre d’avorio dell’accademia.

“È una bella sfida. Tentando di semplificare ciò che è complicato spesso si rischia di essere superficiali”, continua Gabriele Operti, illustratore, pittore e incisore ventottenne, responsabile della veste grafica di Dynamis fin dall’inizio del suo percorso. In questi anni accidentati, l’associazione ha tratto vantaggio dal suo essere molte cose insieme: “Uno dei progetti di cui andiamo più fieri è Forme del Desiderio, un evento a più tinte che, a partire dalle arti visive, indagava il tema del desiderio sotto vari punti di vista. Nell’estate 2019 abbiamo indetto un concorso artistico-letterario per giovani talenti, culminato nell’esposizione delle opere che la giuria ha ritenuto più meritevoli. L’ultimo evento in presenza, organizzato presso PHOS – Centro di fotografia e arti visive, poco prima che chiudesse tutto”.

Fotografia di Ilaria Troiano

La pandemia come opportunità

L’incubo Covid-19 non ha fermato il loro spirito d’iniziativa, ma, anzi, ha generato nuovi spunti di riflessione. “Quando è scoppiata la pandemia ero entrata da poco a far parte di Dynamis”, spiega Chiara Sola, studentessa di medicina all’Università di Torino. “Dopo un fisiologico momento di enpasse ci siamo chiesti che cosa fare. Abbiamo iniziato a sentirci tra di noi, per parlare di ciò che stava succedendo, mettendo a disposizione le competenze di ciascuno: uno dei membri dell’associazione, medico, ha affrontato il discorso sanitario, gli esperti di diritto si sono interrogati sul senso dei Dpcm”. Temi attuali, di cui si sentiva l’urgenza. “Per noi è stato utile e così abbiamo deciso di rendere le nostre conversazioni un appuntamento fisso, aperto a chiunque avesse voglia di entrare nella nostra stanza virtuale”. È nato così un nuovo progetto, La casa del pensiero, punto di riflessione mensile su argomenti che da mesi occupano le prime pagine dei giornali. “Ci siamo divisi in tre team, Social Sciences, Humanities, STEM, che ruotano nel coordinamento degli eventi, in streaming sulla piattaforma Google Meet un lunedì ogni quattro. Ad una prima parte didascalica, guidata da un esperto esterno a Dynamis, segue il momento del dibattito, che moderiamo noi ma a cui chiunque può intervenire”. Laddove l’incontro fisico non è possibile, l’interazione digitale sopperisce come può: a scegliere i temi oggetto di dibattito sono sempre i followers, chiamati al voto in periodici sondaggi social.

Isolati ma connessi, i soci di Dynamis hanno sfruttato questi mesi convulsi per cercare possibilità alternative di espressione e scambio. “Un progetto a cui tengo tantissimo – confida Fulvio Vallana – è il BookLab, serie di incontri virtuali per condividere liberamente idee e suggestioni letterarie. Ogni mese scegliamo un titolo dal panorama contemporaneo nazionale e lo discutiamo, in maniera informale, in una stanza Meet aperta a chiunque lo desideri”. Anche a chi non ha ancora letto il libro. “Nessuno spoiler”, promette Fulvio, che ci ricorda l’appuntamento di stasera, lunedì 12 aprile, alle 21, con La linea del colore di Igiaba Sciego.

La scelta del titolo mette di fronte a non poche difficoltà: “BookLab va di pari passo con la nostra serie di podcast dedicati alla letteratura straniera non ancora tradotta in italiano. Cerchiamo titoli tematicamente connessi tra loro, nell’intenzione di creare ponti tra locale e globale”. In un dialogo tra i saperi che aspira a travalicare i confini nazionali. Con i mezzi tecnologici che abbiamo a disposizione, del resto, la cultura può e deve andare lontano. I ragazzi di Dynamis sono tra coloro che si fanno carico di questa missione.