“Partecipazione vuol dire che prima di prendere parte, dobbiamo sentirci parte della società. Ma una società che non investe sui giovani si suicida”. Così don Luigi Ciotti, fondatore di Libera e del Gruppo Abele, intervenuto alla sesta edizione della Biennale Democrazia di Torino.
L’incontro di stamattina, 28 marzo, alla Cavallerizza Reale dal titolo “Libertà non è star sopra un albero” è stata un’occasione per riflettere insieme allo scrittore Fabio Geda e a Noemi Ruzzi sul ruolo dei giovani nella società e sulla loro voglia di impegnarsi quando trovano una causa che li appassiona che contrasta con il luogo comune che i ragazzi oggi siano concentrati solo su se stessi.
Importantissimo per don Ciotti il lavoro delle centinaia di associazioni, anche piccole, attive su tutto il territorio. Libera in primis che come ogni 21 marzo, in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, ha portato in piazza più di un milione di persone in 4000 luoghi diversi.
“In un’Italia impaurita, disgregata e impoverita i giovani sono l’espressione di una libertà da difendere. Non sono intossicati, corrotti dal denaro e dal potere – dice Ciotti – Sono persone sensibili al sogno e all’utopia. I giovani sono il simbolo del futuro ed è bellissimo vederli impegnati a costruire il futuro di tutti. Oggi più che mai il futuro ci chiede di andargli incontro non di attenderlo, inventandoci forme di convivenza nuove”.
Don Ciotti ha voluto ricordare anche Silvia Romano, la volontaria italiana rapita in Kenya ormai quattro mesi fa e di cui non si hanno ancora notizie certe. Una ragazza di ventitré anni che ha dovuto anche subire l’odio di quelle persone che hanno irriso la sua attività di volontariato.
“Voi giovani siete aperti alla vita, affamati di conoscenza, animati da domande profonde e inquietudini positive. Desiderate nutrirvi non di parole. Avete bisogno di opportunità e concretezza. Ascoltate la voce del cuore e dell’intelligenza che è dentro ognuno di voi” ha spiegato.
La partecipazione si costruisce giorno per giorno con l’impegno quotidiano, ma merita il suo giusto riconoscimento: “Quando i giovani trovano dei punti di riferimento coerenti, seri e credibili si fidano e sono portati a impegnarsi” ha concluso Ciotti.