Favorire l’inclusione lavorativa delle persone transessuali e transgender. Il bando del comune di Torino, rivolto ad associazioni, comitati e altri enti no profit, punta alla realizzazione di progetti per sensibilizzare le aziende e il territorio sul tema dell’identità di genere. I progetti devono essere presentati entro il 26 maggio, e i vincitori saranno beneficiari di contributi comunali.
I candidati dovranno concentrarsi su tre temi: sensibilizzazione sull’identità di genere rivolta alle aziende, con momenti di formazione degli addetti alle risorse umane; iniziative sul territorio; una giornata in stile “career day” per favorire l’incontro tra le aziende, il terzo settore e i lavoratori e le lavoratrici transessuali e transgender.
L’iniziativa prende spunto da altri progetti, avviati su base nazionale, per rendere il mondo del lavoro meno discriminatorio. L’Inclusive job day, per esempio, promuove momenti di incontro tra le aziende e particolari tipi di lavoratori svantaggiati, come quelli delle categorie protette o con disabilità, gli stranieri e anche le persone transessuali o transgender. Come spiega Marco Giusta, assessore alle Pari opportunità “i risultati di queste iniziative sono molto positivi, perché da un lato formano le aziende sul territorio, dall’altro costruiscono opportunità di incontro domanda-offerta molto interessanti”.
I progetti non hanno però l’obiettivo di garantire delle “quote” riservate ai lavoratori e lavoratrici transessuali e transgender; piuttosto si tratta di ridurre le discriminazioni subite nell’accesso all’occupazione. “Penso – prosegue Giusta – all’istituzione di giornate di incontro, anche a Torino, tra aziende che si dichiarano disponibili ad incontrare candidati e candidate discriminati, che valutino in maniera obiettiva curricula e opportunità”. Da questo punto di vista, è importante il ruolo di “mediatori” degli enti del terzo settore, attivi e ben formati sul tema della discriminazione basata sull’identità di genere.
Le difficoltà delle persone transessuali e transgender sono infatti peculiari. Per esempio nella fase di transizione da un genere all’altro: se il documento anagrafico non è stato ancora rettificato, iniziare ad assumere connotati di genere diversi da quelli d’origine (modo di vestirsi, o di truccarsi) potrebbe disincentivare le aziende ad assumere. Per questo motivo “quest’anno abbiamo deciso di impiegare i fondi del bilancio dedicati al mondo Lgbtq specificamente all’inclusione lavorativa”.
Con questa iniziativa Torino prosegue il percorso già avviato per la tutela dell’identità di genere. Sia l’ateneo della città che il Politecnico permettono la carriera alias, consentendo a studenti e studentesse di adottare, nel proprio libretto universitario, il genere di elezione, a prescindere dalla rettifica del documento d’identità. Un’iniziativa simile è stata adottata anche nelle amministrazioni pubbliche: come spiega Giusta “già dalla scorsa consiliatura le e i dipendenti che hanno avviato un percorso di transizione di genere possono indossare, nel momento in cui hanno rapporti con l’utenza esterna, il cartellino con il loro nome d’elezione”.